Muore operaio 45enne al porto di Taranto
Peluso (CGIL): “Non riusciamo più a declinare al passato. La storia di Massimo e Natalino non possono più essere archiviate così”
Si chiama Massimo De Vita, 45 anni, padre di due figli e ex operaio TCT, ora impegnato con art. 17 all’interno della compagnia portuale Nuova Neptunia, la vittima di un grave incidente sul lavoro accaduto questa mattina intorno alle 8.00 al IV sporgente del Porto di Taranto.
Massimo De Vita non c’è più – dichiara Paolo Peluso, segretario generale della CGIL di Taranto – ma c’è una storia, la sua, e quella di Natalino Albano, morto quasi un anno fa a 300 metri dalla tragedia di oggi, e che non vogliamo più declinare al passato. Archiviarla tra le cose accadute e dimenticate.
In questo momento le autorità incaricate delle indagini sull’incidente stanno verificando le dinamiche, ma a quanto pare Massimo De Vita, operaio esperto anche per la sua decennale esperienza all’interno dell’ex Taranto Container Terminal, aveva appena iniziato il suo turno di lavoro.
Oggi avrebbe dovuto caricare su una nave i castelletti in acciaio che sorreggono nel trasporto le pale eoliche. Non si comprende ancora come uno di questi manufatti in acciaio sia caduto proprio sul corpo di De Vita che purtroppo non avrebbe avuto scampo.
Estremo riserbo nella FILT CGIL che con i suoi rappresentanti sindacali e ora al IV sporgente.
È un nostro iscritto – riesce a dire solo Michele De Ponzio che per la FILT CGIL segue proprio i lavoratori del porto.
Suoneremo nuovamente quelle tragiche sirene – commenta il segretario della FILT CGIL, Francesco Zotti – e speriamo che questa volta riescano a ridestare le coscienze di tutti.
Alla famiglia e agli amici di Massimo, tutto il cordoglio della CGIL e della FILT.