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Dall’8 aprile arriva il nuovo progetto “Atto di fede” di Renato Zero

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Roma. «Patiamo ancora il palcoscenico».

È la semplicissima ammissione di Renato Zero fatta in sala Marco Aurelio parlando di “Atto di fede”, un ambizioso progetto bifronte con libro e doppio cd in uscita, per edizioni Tattica, venerdì 8 aprile in tutte le librerie, nei negozi di dischi e nei book store digitali.

«Eravamo ottimi cristiani, anche prima di passare dal confessionale – ha fatto notare Zero – Buoni dentro e pazienti al punto che, una volta raggiunto un risultato, per gustarsi tutto il suo effetto, potevano trascorrere giorni e settimane. Il prete riusciva a conquistarsi tutta la famiglia senza ricorrere ai santini, alle benedizioni o alle promesse di un percorso immacolato. Oggi ci siamo ammalati di indifferenza».

“Atto di fede” è 19 brani inediti di musica sacra scritti e composti da Renato Zero e arrangiati e orchestrati dal maestro Adriano Pennino (in coda c’è anche “Ave Maria” in una versione del tutto nuova e sorprendente).

«Accarezzare Dio da vicino e fargli i complimenti – ha sostenuto l’artista – In questo progetto ho voluto sintetizzare che si parla spesso di spettacoli con tanta leggerezza ma nello spettacolo c’è religiosità; faccio la croce quando inizio uno spettacolo: per me è una forma di tutela e protezione. In questo progetto ci sono degli spunti talmente forti ed efficaci che mettono in gioco tutto, ma i nostri politici disattendono la nostra speranza e le nostre necessità».

Un lavoro collettivo, di più anime e voci autorevoli, unite insieme sotto l’egida di un artista incredibilmente prolifico, superbamente immaginifico, che scava forse come nessun altro nell’ontologia.

«“Atto di fede” è una sfida perchè ci eravamo dimenticati di Dio da parecchio tempo – ha confessato – Professarsi cattolico è sparito dalla circolazione. La fede ci permette di osare e di andare oltre le nostre potenzialità, di prevaricare il dubbio e il sospetto, avere il coraggio di sentirsi difettosi e inadeguati. In questo progetto vado a colpo sicuro ad individuare quelle anime sospese, lavoro che difendo e che mi inorgoglisce per parlare della fede mettendola nella condizione di accendere il dialogo e la voglia di contagiare gli altri, ritrovare la vicinanza e il bisogno di contatto: preparare gli anticorpi contro tutto e tutti».

In un mondo in cui tutto è volgare e trasgressivo, effimero e leggero, in un presente di silenzi assordanti, malato di indifferenza e chiusura, Zero sceglie di parlare degli uomini agli uomini, passando una volta in più per la via meno comoda.

«L’atto di fede verso i giovani che devono prendere consapevolezza a crescere è un diritto e un dovere – ha affermato – È un episodio isolato del mio percorso perché l’uso della fede è a volte improprio: vogliamo egoisticamente avere un contatto con il Signore con il desiderio di un rapporto molto personale».

Renato Zero scandaglia aspetti dell’esistenza che oggi tendiamo quasi a dare per scontati, come il valore del nostro passaggio terrestre, la profonda dignità che ha il nostro tempo su questa Terra; di fatto, le uniche vere cose su cui vale la pena riflettere, per cambiare sguardo e ridisegnare un futuro immacolato.

«Ho sempre pronta la valigia – ha confidato – Una parentesi come la pandemia mi ha punito con la facoltà di non fare musica, anche se ho riempito le giornate mettendo in piedi spazi vuoti. Il disco sottolinea temi scottanti e molto importanti, perchè volevo che la fede fosse condivisa con altre realtà, una diversa dall’altra».

I pensieri e le riflessioni del progetto sono di Alessandro Baricco, Luca Bottura, Pietrangelo Buttafuco, Sergio Castellitto, Aldo Cazzullo, Lella Costa, Domenico De Masi, Oscar Farinetti, Antonio Gnoli, Don Antonio Mazzi, Clemente J. Mimun, Giovanni Soldini, Marco Travaglio, Mario Tronti, Walter Veltroni; le voci narranti sono quelle di Oscar Farinetti, Pino Insegno, Giuliana Lojodice, Marco Travaglio, Luca Ward e dello stesso Renato Zero.

«Qualche temporale ci scuote, ma poi, non si ha neppure più la voglia di rimpiangere il sole. Dove ci siamo persi? Per quale remota inspiegabile ragione? – ha chiosato – Una volta scartato il regalo se ne conserva persino l’incarto. Eppure la vita oltre tutto e tutti è uno spettacolo magnifico. Avevamo ciascuno un biglietto in prima fila, ma per la troppa indecisione siamo rimasti incollati al divano…e ci siamo addormentati. Ma il tempo è sempre rimasto sveglio e ha speso lui, per noi, tutte le emozioni che avremmo avute disponibili».

Al suo primo progetto editoriale, Renato Zero, artista che più di ogni altro ha dato un significato alla parola senza mai scendere a compromessi e senza privilegiare, in tutta la sua carriera, la strada più facile e battuta, lancia questa nuova provocazione con “Atto di fede”.

Renato Zero ha annunciato un’incredibile sorpresa che ha tutto il sapore di una imperdibile festa collettiva con il grande ritorno dal vivo a settembre, per la prima volta al Circo Massimo di Roma con Zerosettanta: quattro concerti-evento il 23, 24, 25 e 30 settembre, prodotti da Tattica; quattro capitoli per riabbracciare il suo pubblico dopo il grande successo di “Zero il Folle in Tour” e celebrare con i fan i 55 anni di una carriera irripetibile.

«Finalmente il Circo Massimo – ha precisato – Abbiamo digiunato per quasi due anni, io meno degli altri colleghi perché vado a cercare le persone nei loro quartieri e ai mercati: sono stato lontano dal palco ma vicino al marciapiede. Il pubblico per me è una presenza che non si distacca dalla strada e dal quotidiano: fino ad allora mi devo preparare a presentarmi vergine a chi vuole da me sensazioni. Ho pensato ai bambini e agli anziani che mi aspetto di trovare al Circo Massimo con quella felicità e quell’abbraccio per un nuovo percorso per combattere la solitudine e il disagio. Sarò ancora originale come nei miei costumi e come da tradizione, con un’orchestra molto nutrita, di tutto rispetto, archi, tamburi, e una band con sonorità moderne. Con ostinazione per non rinunciare alla nostra indipendenza, contro il virus e la guerra che non accetta libertà, riprendendo il dialogo con la vita e con Renato per la stima che ho di me stesso».


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Franco Gigante

Il giornalista Franco Gigante, di Castellaneta, iscritto all'albo professionale dell'ordine nazionale dei giornalisti, ha cominciato a scrivere di calcio a metà anni sessanta per i settimanali regionali Il Gazzettino e NuovoSud, e di musica sui periodici nazionali Ciao2001 e NuovoSound. Come inviato musicale ha seguito per anni il Festival di Sanremo. «Nel 1982 ero inviato per il Corriere del Giorno e fui chiamato sul palco in rappresentanza dei quotidiani regionali, insieme a Sandro Mayer per i settimanali e a Mario Fegiz per i quotidiani nazionali: controfirmammo la busta con il nome del vincitore indicato da Giucas Casella che fu aperta alla nostra presenza nella serata finale: c’era il nome di Riccardo Fogli, vincitore di quell’anno con la canzone “Storie di tutti i giorni”». Ha seguito quasi tutte le edizioni di Un Disco per l’Estate a Saint Vincent, Gondola d’Oro a Venezia e Vela d’Oro a Riva del Garda. «Sul palco del Saint Vincent Estate 1978 presi parte a un gioco musicale in coppia con Fred Bongusto e trasmesso per la prima volta a colori dalla Rai; fra gli altri artisti di quella edizione c’erano anche Mia Martini, Patty Pravo, Franco Califano, Renato Zero, Tozzi, i Pooh, Oxa e Venditti». È inviato musicale dell'agenzia nazionale di stampa Italpress, è critico musicale per i quotidiani regionali Corriere Adriatico di Ancona, Il Centro di Pescara, Giornale di Sicilia, e collabora con Nuovo Quotidiano di Puglia e Buonasera Taranto. Nella sua carriera ha scritto anche sui quotidiani Corriere Mercantile di Genova, Il Giornale di Reggio, Nuovo Molise, La Gazzetta del Popolo, La Provincia di Como, Il Giornale di Calabria, La Voce di Reggio, Calabria Ora e La Gazzetta dello Sport. È stato direttore del periodico Contatto, dell’emittente televisiva RTM e di Radio 94 Taranto. Come ufficio stampa ha curato la comunicazione del Centenario della Nascita di Rodolfo Valentino, Carnevale di Putignano, CantaGargano, Ercole d'Oro, Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile, Fondazione Rodolfo Valentino, Sagra da Farnedd e dei Sapori di Puglia, Premio Internazionale Rodolfo Valentino Economia Finanza Comunicazione e Ricerca, Valentino d'Argento, Mandarino d'Oro, Premio Internazionale Città di Valentino, Concorso Internazionale Musicale Crisalide, Concorso Internazionale d'Esecuzione Pianistica Città di Valentino, Comunità L’Incontro, Carnevale di Castellaneta, Miss e Mister Bellezza Jonica, Miss Castellaneta Marina; Enti e privati cui presta, o ha prestato, il lavoro di addetto alla comunicazione sono i Comuni di Castellaneta e di Palagiano, C.I.A. Area Due Mari Taranto e Brindisi, Ordine Equestre Santo Sepolcro di Gerusalemme, GAL Luoghi del Mito e delle Gravine, Comunità Montana della Murgia Tarantina, Diocesi di Castellaneta, Discoteca Nafoura di Castellaneta, Discoteca DNA di Ginosa Marina, Caffè del Cavaliere di Matera, Colombata Famosa 1867 di Massafra, Jonica Eventi, Greenergy, Lega Navale Castellaneta. Ai primi anni settanta ha iniziato la carriera di dee-jay a Saint Vincent (Aosta), per proseguirla successivamente al Blu Moon di Marina di Ginosa e al Bi.Blu.Ar. di Martina Franca. A metà anni settanta ha dato vita a Radio Gieffe Castellaneta insieme ad altri appassionati di musica. «Era una delle prime radio ‘libere’ italiane della Puglia che condivisi con alcuni imprenditori per la parte economica e con molti giovani promettenti dee-jay; la radio dava voce ai cittadini con programmi di dediche e aveva anche strisce specifiche di vari generi musicali». In ambito sportivo è stato dirigente del Milan Club Castellaneta e della squadra del Castellaneta Calcio, insignito del Premio CONI 2000 e dei premi benemerenza FIGC 1992 e 2003. «Entrambe le Stelle al merito sportivo mi furono consegnate a Roma, nel 1992 dal presidente Antonio Matarrese e nel 2003 dal presidente Franco Carraro: in entrambe le occasioni l’emozione fu tantissima». Ha promosso e organizzato il Torneo Ludovico nazionale di calcio giovanile per quasi vent’anni insieme ad altri sportivi. Ha prestato servizio di capo stazione nelle Ferrovie dello Stato Italiane a Bari Centrale, San Basilio Mottola e a Castellaneta Campagna.

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