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Il sistema proporzionale per dar voce ad uno spazio liberal democratico

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Il 24 Febbraio del 2022 il nostro mondo è cambiato, per la verità un forte terremoto era stato
determinato dalla pandemia già nel 2019, ma è con l’ invasione russa dell ‘Ucraina che la storia prende
un passo differente e tragico.
Non voglio entrare nelle opinioni di chi è pro o contro gli schieramenti che si combattono, ma è
innegabile che questa guerra, il cui esito ed allargamento è ancora tutto da definire, ha portato e
porterà un modo nuovo di rapportarsi al mondo. La politica estera guiderà la politica interna.
Alcuni di questi cambiamenti sono già abbastanza visibili, cresce la fiducia in un’ Europa destinata
a diventare sempre più unione politica oltre che militare. Un continente unito e libero, laico e
democratico, crocevia di culture e con quella forza tale, da poter confrontarsi con i giganti del resto
del pianeta senza timori.
Anche Giorgia Meloni ha ben compreso il momento, rifugiandosi in un atlantismo provvidenziale,
per quanto sospetto, soprattutto per chi come lei elogiava, fino a poco tempo fa, lo zar russo custode
della cristianità. Chi, invece, brancola nel buio è l’ altro troncone della destra, quello di pertinenza
leghista che sfodera in questo periodo un nuovo soggetto politico denominato “Prima l’ Italia” .
Nomen omen dicevano gli antichi, il nome è un presagio ed in questo caso è un presagio molto triste.
Perché sono proprio le politiche federaliste della lega che in trent’anni hanno disintegrato il nostro
paese. Se ad oggi, ogni regione appare come sultanato a sé, che gestisce in autonomia la scuola, la
sanità, i trasporti e quant’altro, con cortocircuiti impressionanti, lo dobbiamo proprio a chi per anni
ha ripetuto : “prima Milano!”, dopo “prima la Lombardia!” e poi “prima il Nord!” Pertanto riprovarci
oggi, con “Prima l’ Italia !” mentre infuria la guerra dentro casa ed una futura crisi energetica, non è
solo da ignoranti della storia ma da irresponsabili.
Se Atene piange Sparta non ride. Anche a sinistra il populismo del PD e dei 5 stelle è in crisi profonda.
Perché non c’è la giustizia sociale, senza la distribuzione di ricchezza. Ma non c’è ricchezza senza
sviluppo. E non c’è sviluppo senza scuola. E non c’è scuola senza istruzione ed educazione e tutte
queste sfide sia il PD che il M5S le hanno perse. Il PD perché nel tempo si è trasformato in una partito
autoreferenziale di fighetti o, più spesso, di clientele, mentre i pentastellati erano, per lo più, la cassa
di risonanza dei borborigmi del paese.
Pertanto la storia chiama ( e chiama ognuno di noi) ad una grande prova nazionale: cambiare e
cambiare subito.
Tornare ad una politica che dia spazio alle idee e alle riforme, che dia spazio alle competenze, che
dia voce a quell’ area liberale e democratica che deve tornare ad incidere nella nostra Italia ma che
deve essere completamente ricostruita.
Tagliare gli estremismi e i bipopulismi è il passo necessario, attuabile solo con una riforma del
sistema elettorale in senso proporzionale, l’ unico che può avere senso in una Repubblica
parlamentare quale la nostra. Il Sindaco, il presidente di Regione o il Premier non è detto che
debbano essere l’ espressione del partito con più voti, tutt’al più dovrebbero essere il prodotto di
chi ha la personalità per saper mediare e congiungere le diverse visioni del mondo, le quali sono
sempre una ricchezza oltre che una grande opportunità.
Alessandro De Stefano
Partito Repubblicano Italiano – Taranto


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Pierpaolo Piangiolino

Avvocato e grafologo giudiziario iscritto all'albo dei CTU e periti del Tribunale di Taranto. Calligrafo e Tecnico di Biologia Marina specializzato presso l’Università di Bari. Romanziere, vignettista e cruciverbista

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