Il Buongiorno di Pina Colitta. Estraneo tra i viventi
“La felicità non è esuberante né chiassosa, come il piacere o l’allegria. È silenziosa, tranquilla, dolce, è uno stato intimo di soddisfazione che inizia dal voler bene a se stessi”
Oggi, giorno consacrato al relax, la mia riflessione è stata motivata da questa citazione di Isabel Allende per un buongiorno di grande comunicazione. Cosa è la comunicazione? Intanto iniziamo a dire che metterci in comunicazione è un nostro bisogno. E comunicare potrebbe comunque indicare un livello dal quale inizia quello che classicamente viene definito il conflitto. Un conflitto? Ma perché mai? Intanto si cominciano a sperimentare delle emozioni, in quanto mettersi in relazione vuol dire provare delle emozioni, tutti i tipi di emozioni possibili. Queste emozioni modificano quello che siamo, perché ogni relazione è esperienza e l’esperienza cambia quello che siamo.
Se non riusciamo a farlo questo cambiamento, la vita ci ripropone le medesime esperienze finché impariamo la lezione. Il superamento del conflitto porta a un’espansione della nostra coscienza, della nostra consapevolezza, del nostro divenire. Si è sempre diversi da quello che si era in precedenza e qui si entra in un’altra sfera quella della differenziazione. In base alle esperienze che si fanno, ci si muove in ambiti diversi ed in modo differente. Per esempio, se ci si alimenta in un certo modo e questo ci porta a fare certe esperienze, è possibile che il nostro grado di sopravvivenza venga reimpostato in un altro modo. Ed è qui che entriamo in un processo di circolarità in cui la consapevolezza modifica il modo in cui possiamo approntare la nostra sopravvivenza, che a sua volta modifica il modo in cui siamo in relazione con le persone ed anche il modo di vivere esperienze diverse, quindi a una consapevolezza diversa. Ed oggi che è un giorno di festa e relax sarebbe bello immaginare che sopravvivenza, comunicazione e differenziazione siano le tre fasi di un percorso di liberazione del nostro esistere.
Tutto fa pensare che l’uomo
d’oggi sia più che mai
estraneo vivente tra estranei,
e che l’apparente
comunicazione della vita
odierna – una
comunicazione che non ha
precedenti – avvenga non tra
uomini veri ma tra i loro
duplicati.”
Eugenio Montale