Salvatore Quasimodo profetico: a 54 anni dalla morte, le sue parole sulla guerra
MODICA (Rg) – Parole profetiche sull’atrocità della guerra. Il lascito di Salvatore Quasimodo, di cui martedì ricorre il 54° anniversario della morte avvenuta ad Amalfi nel 1968, viene fatto proprio dall’Associazione Proserpina e dallo stesso figlio del Nobel, Alessandro.
«Vi riconosco, miei simili, o mostri della terra Al vostro morso è caduta la pietà, e la croce gentile ci ha lasciati E più non posso ritornare nel mio eliso», poetava Quasimodo nel 1947 nella raccolta Giorno dopo giorno.

«Un messaggio attualissimo con la guerra che oggi ci opprime – dice Alessandro Quasimodo-. Era il ’47 e le ferite del conflitto mondiale erano profonde, così come quelle di oggi. Quasimodo è stato profetico in tutto quello che ha scritto».

L’Associazione Proserpina, che gestisce la casa museo del Nobel, è impegnata a tramandare il lascito quasimodiano e ha voluto ricordare quest’anno l’anniversario della morte del poeta facendo proprie le parole del figlio ed i versi quasimodiani. Martedì 14 giugno, nel giorno dell’anniversario della morte, la Casa Museo in via Posterla sarà visitabile con ticket ridotto ed un omaggio offerto ai visitatori.

La Casa Museo è tornata in queste ultime settimane meta di scolaresche e gruppi provenienti da tutta l’Italia; l’anniversario è anche occasione per far conoscere al meglio la casa natale del Nobel, collocandolo nella sua quotidianità.
