Accade in PugliaAPERTAMENTE dei lettoriCulturaPRIMO PIANOTaranto & Provincia

APERTAMENTE di Enrico Meo* “Quale Ceramica?”

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Oggi a tutti i livelli si afferma la volontà di archiviare la tradizione e si afferma l’idea per ripartire, ricominciare, ri-progettare introducendo secondo la logica del post-moderno delle note di novità.

Con questo principio il Comune di Grottaglie, in sordina, cerca di utilizzare lo strumento di potere per convincere di aggiornare la produzione figulina che caratterizza la produzione dei nostri artigiani. Infatti da tempo sul cartellone annuale della Mostra della Ceramica non risulta la voce tradizione. Il Comune ha pensato di promuovere la contemporaneità, moda che ha contribuito a cancellare i valori che volevano trasmettere i nostri padri. Dal mio punto di vista, credo che i cambiamenti repentini di una cultura anche se offrono degli effetti immediati nel tempo producono dei risultati devastanti. Infatti i nuovi orientamenti culturali non sono riusciti a migliorare la qualità della vita.

La contemporaneità ha aumentato la disaffezione verso il nostro patrimonio culturale e la diffusione del libertarismo ha causato e moltiplicato, la confusione nel campo dell’estetica e non solo. Il fare non lo possiamo confondere con i desideri “concettuali” dei burocrati di turno. La cultura di una comunità non cambia in modo coerente né tanto meno si può produrre per favorire le esigenze del burocrate di turno.   Credo che alcuni atteggiamenti cambiano lentamente, altri ristagnano e altri ancora cambiano velocemente. Se veramente vogliamo contribuire alla rinascita del nostro prodotto artigianale dobbiamo ricordare che la tradizione insegna il modo per conoscere ed esperire in sé la trascendenza dell’anima rispetto al corpo. Purtroppo, lo stato di incoscienza in cui viviamo abitualmente non ci permette di superare il nostro condizionamento psicologico.

Le cause dipendono dalla nostra percezione utilitaria che abbiamo del mondo che ci nasconde in realtà il mondo in quanto mondo. E le percezioni estetiche e filosofiche sono possibili solo grazie a una trasformazione   totale del nostro rapporto con il mondo: si tratta di percepirlo per sé stesso, non più per i nostri fragili desideri. Credo che solo in questa ottica possiamo evitare la contrapposizione tra percezione estetica e conoscenza scientifica. In sostanza i creativi possono conquistare il senso del “nuovo“ solo se riconoscono i limiti della loro percezione e lavorano per  costruire  una dimensione disinteressata, più attinente a immaginare una coscienza cosmica più che meccanica scientifica.

*Artista e Docente


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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