“Sul Ciglio d’una Vita – Intervista impossibile a Pier Paolo Pasolini di Pietro Annicchiarico
Libera discussione e dialogo con l’autore
Il 4 settembre alle ore 20:30 è stato presentato al Centro Culturale il Cofanetto di Grottaglie, il libro di Pietro Annicchiarico “Sul Ciglio d’una Vita – Intervista impossibile a Pier Paolo Pasolini”. Hanno dialogato con l’autore Alfredo Traversa e Maria Margherita Manco.
Una serata dove si è colta l’emozione dei relatori, il pubblico compreso, che con i loro interventi hanno arricchito il messaggio e i contenuti espressi nel libro di Pietro Annicchiarico.
Ma chiediamo ad Alfredo Traversa, curatore dell’Evento, cosa lo ha spinto a collaborare con l’autore del libro in questa magnifica OperAzione.
Tutto nasce dalla necessità della Compagnia Teatrale di Roma Enecedete di realizzare una intervista impossibile a Pasolini secondo il fortunato format della RAI di antica memoria. Nell’anno del centenario della nascita di Pasolini ci sembrava riduttivo parlare di Pasolini rielaborando opere come fanno tutti. Oggi grazie allo scritto di Pietro Annicchiarico è come accendere il televisore e trovarsi di fronte Pier Paolo che parla e commenta i fatti del 2022. Una rara opportunità di confronto del pensiero di Pasolini. Ho solo cercato l’autore che non vedevo da decenni ed ho chiesto di scrivere questa intervista perché solo lui avrebbe potuto scriverla. E ad oggi in Italia è un unicum.
Grazie Alfredo per averci fatto sapere con dovizia di particolari il vissuto di questa magnifica esperienza.
Pier Paolo Pasolini, “La Coscienza Europea” come fu definito dai francesi durante il Primo Convegno di Studi pasoliniani con la direzione Hervé Joubert nel 2007. Dunque è la coscienza europea e quindi il suo pensiero dovrebbe essere un riferimento sicuro e universale per elevare le coscienze a livelli più alti. Forse le sue parole e le sue azioni, a volte fortemente anarchiche e sistematicamente fuori dalle regole imposte dal nuovo potere, disturbano i faccendieri che manipolano le masse spesso silenziose?
A questo interrogativo Pietro Annicchiarico risponde:
Biagi: Pare che lei non creda più ai partiti.
PPP: Non sono qualunquista, ma tendo più verso una forma anarchica, che verso una scelta ideologica di qualche partito. La vera rivoluzione della borghesia è la civiltà dei consumi e non vedo un’alternativa; anche nel mondo sovietico la caratteristica dell’Uomo non è tanto l’aver fatto la rivoluzione, ma di essere un consumista. La rivoluzione industriale, in un certo senso, livella tutto il mondo.
Alcune considerazioni di Pietro Annicchiarico.
In queste parole è facile scorgere il nostro presente. Pasolini negli ultimi anni di vita era lucido e profetico più che mai. Oggi la borghesia e la sua civiltà dei consumi ha vinto su tutti i fronti. La gente è completamente ipnotizzata ed è prigioniera dei consumi. La persona stessa è una merce di scambio. È dunque relativamente semplice governare la popolazione, senza neanche cruenti colpi di Stato, ma con il lancio di un nuovo telefonino, di un messaggio sui social o del nuovo modello di scarpe firmate.
Mentre l’italiano medio è distratto, quest’anno l’Italia si è posizionata al cinquantottesimo posto nella classifica della libertà di stampa, perdendo 17 posizioni rispetto al 2021. I grandi Paesi europei sono tutti posizionati meglio dell’Italia. L’informazione nostrana è al livello della propaganda nazi-fascista. Per contrastare questa deriva autoritaria è fondamentale prendere consapevolezza e uscire dalla narrazione di regime. Spegnere la TV e cercare le notizie attendibili, libere, non mediate dalla politica e dai grandi gruppi finanziari.
Grazie Pietro per aver approfondito alcuni punti del tuo libro, una forte e illuminante provocazione.
Il giornalista argentino di nome Nestor Saied, propone a Pasolini un gioco molto intrigante. Il giornalista pronuncerà una parola chiave e al poeta si chiede una risposta immediata, non razionale, lasciandosi andare ad un flusso di coscienza. Alla parola “Sacro”, Pasolini quasi in trance, declama una vera e propria poesia. Chiedo a Maria Margherita Manco, archeologa, docente e attrice, cosa l’ha spinta a scegliere dal testo di Annicchiarico proprio quel pezzo, recitandolo con sentimento e intensità.
Maria Margherita Manco risponde.
Ho scelto quel passo per due ragioni: la prima è perché il Pasolini storico e quello di Annicchiarico coincidono perfettamente in quelle righe. Sembra di vedere con gli occhi di PPP, guardando il mondo con una speciale lente d’ingrandimento sulla perfetta imperfezione dei volti, dei luoghi e delle anime. La seconda ragione è in parte tecnica e in parte istintiva: sento particolarmente vicina al mio intimo quella pagina e credo che sia una delle più poetiche, nella sua squisita semplicità, che Pietro abbia inserito nel testo.
Grazie Margherita per aver terminato la lettura della poesia con le tue parole: “La materia e la spiritualità si fondono, si connettono e ci fanno passare dalla terra al cielo e viceversa in un’unione preziosa”.
Una serata vissuta in piena armonia d’intenti dove il dibattito e il confronto tra i partecipanti ha reso l’evento assai importante.