Il Buongiorno di Pina Colitta. E se ci raccontassimo una storia?!
Le persone quando si incontrano si raccontano e, raccontandosi, creano una storia, quella storia che, anche se non scritta, potrebbe essere interessante come una storia intorno alla quale si costruisce un romanzo…
Spesso i racconti tra le persone si perdono nell’aria perché c’è poco ascolto e troppa fretta, troppo rumore dovuto ad un chiacchiericcio vuoto.
Non ci si rende mai conto che anche quel qualcosa raccontato per caso può essere una storia vera e propria da tramandare, e capace di rappresentare qualcosa di importante per i posteri e se stessi, ovviamente se adeguatamente ascoltata …
E’ frequente incontrare persone che corrono, persone che non si donano all’ascolto dell’altro, se non per aver concordato un vero e proprio appuntamento…
Eppure prima era usuale tra vicini, tra amici incontrarsi per un caffè e per fare due chiacchiere.
La piazza, la strada era il luogo dell’incontro e del sano chiacchierare per confrontarsi, scambiare opinioni e raccontarsi, anche mettendo a nudo le proprie fragilità.
Si, la strada il luogo dell’incontro, ma soprattutto dell’opportunità per raccontarsi e raccontare.
Oggi, tante persone si muovono come tante trottole impazzite e incastrano mille cose da fare in un giorno e pensano che prendere un caffe con un amico o conoscente sia un dispendio di tempo. Eppure come canta la Mannoia
“Questo tempo non è sabbia ma è la vita che passa, che passa.”
Ecco perché si rende necessario un naturale approccio alle persone, troppo prese dai loro impegni; impegni spesso utili solo al loro IO, ma inutili alla relazione. In una sorta di concezione Eliocentrica.
Persone che perdono la bellezza della spontanea relazione, anche casuale e fortuita …
Non si crea la spontaneità dell’eloquio quando si corre contro il tempo. Un incontro troppo programmato potrebbe perdere la sua bellezza e speciale opportunità e potrebbe trasformarsi in una sorta di appuntamento con un professionista dell’ascolto.
È proprio nella spontaneità della comunicazione che emergono storie interessanti!
Storie che rischiamo di perdere inesorabilmente, troppo presi dal nostro preziosissimo tempo, come tanti faccendieri del tutto, lanciati però nel vuoto della nostra esistenza priva di quella altrui.
“Nel presente non c’è niente che meriti d’essere raccontato. Il presente è rumore: milioni, miliardi di voci che gridano, tutte insieme in tutte le lingue e cercando di sopraffarsi l’una con l’altra, la parola “io”. Io, io, io… Per cercare le chiavi del presente, e per capirlo, bisogna uscire dal rumore: andare in fondo alla notte, o in fondo al nulla.”
Sebastiano Vassalli