Tecnopolo: “E’ giunto il momento che ognuno ci metta la faccia”
Secondo la UIL di Taranto non c’è altro tempo da perdere
Finalmente ritorna a essere centrale il tema del Tecnopolo a Taranto. L’argomento ridiventa attuale dopo l’idea del 2018 che ne istituì la fondazione (Legge 145 del 30/12/2018) sotto il nome di Istituto di Ricerche Tecnopolo del Mediterraneo per lo Sviluppo sostenibile, attribuendone risorse economiche per 8 milioni di euro con Legge di bilancio 2019 e pubblicazione in Gazzetta Ufficiale (n.80 del 2 aprile 2021). Il suo statuto è entrato in vigore il 17 aprile 2021, ma da allora tutto è rimasto sula carta, nessuna nomina politica di fatto dei 9 membri previsti, né sede. Dopo le proposte del CIS, solo assordante silenzio.

A toccare il delicato tema, sul quale si dovrà confrontare anche il neo costituito Governo Meloni, è la UIL di Taranto con il suo Coordinatore generale Pietro Pallini.
“Il fatto che questo tema sia ritornato più che mai attuale non smentisce la visione della UIL Taranto sull’argomento. Ci abbiamo creduto e ci crediamo fermamente nella necessità di realizzare proprio a Taranto il punto di riferimento europeo nel campo della innovazione tecnologica a matrice green. Con l’intenzione di non subire passivamente le decisioni, o meglio, le indecisioni, a carattere nazionale per il futuro che ci riguarda”. Tanto in ambito di rivoluzione green che di posti di lavoro.
“Cominciamo dunque dal doveroso ringraziamento per l’attenzione sul tema che anche il mondo dell’associazionismo ha profuso e profonde. E in questo grande merito va dato al Comitato del Tecnopolo cui portavoce è l’avv. Giuseppe Barbaro: tra gli organizzatori dal Festival dello Sviluppo sostenibile 2022 del 19 ottobre scorso presso la sede dell’Università a cui la UIL Taranto ha partecipato e relazionato”.
“Una vicenda davvero singolare e traversa quella del Tecnopolo che adesso necessita portare sulla giusta direttrice, presto e bene. Ma, per fare questo, è necessario che ognuno ci metta la faccia nella consapevolezza che, sul feroce tema dell’Autonomia differenziata non certo foriera di buone notizie per il Mezzogiorno del Paese, la realizzazione del Tecnopolo a Taranto si tradurrebbe in un’opportunità per il Sud del Paese, tale da inglobare tutte le eccellenze che operano in Italia, offrendo una sponda importante per i soggetti promotori dello sviluppo sociale, ambientale sostenibile.
“Proprio adesso che sembrano giungere segnali concreti di intenti tangibili sull’inversione di tendenza a Taranto, come l’annuncio del 5 novembre scorso del gruppo di lavoro che svilupperà in dettaglio i contenuti dell’accordo definitivo tra Falck Renewables, BlueFloat Energy e Yilport Taranto SCCT, di programmare tutte le attività per sbarco, stoccaggio, costruzione e assemblaggio delle piattaforme galleggianti e delle turbine per l’ eolico marino galleggiante. Un motivo in più da parte di Yilport per dare esecuzione alla movimentazione dei container annunciata nel piano industriale, evitando così di sottrarre lavoro alle aziende di logistica”.
“Il Tecnopolo del Mediterraneo farebbe la differenza. Anche se apparentemente le questioni internazionali e le emergenze determinatesi in ambito energetico nel Paese, sembrerebbero essere in controtendenza con gli impegni assunti a carattere europeo e mondiale sullo sviluppo sostenibile, Taranto ha indubbiamente tutte le carte in regola per insediare questo importante Centro d’eccellenza per tutta una serie di questioni legate, in primis, alla grande industria. Non possiamo continuare a essere spettatori di ben 9 eccellenze italiane sulla ricerca presenti da Trieste (Area scienza Park) a Catania (Città della scienza). Adesso è giunto il momento di Taranto e del Mezzogiorno e la comunità qui deve unirsi e non più dividersi.”
“Oltre alle tante e troppe parole servono fatti? Nella consapevolezza che nessuno può sconfessare l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta il 25 settembre 2015. A volerla dire tutta, siamo davanti a un processo inarrestabile sul tema della sostenibilità ambientale, dalla Conferenza ONU sul clima del lontano 1992 al Protocollo di Kyoto 5 anni dopo; dagli accordi di Parigi del 2015 (196 Paesi) alla Conferenza delle Nazioni Unite COP 26 di Glasgow nel 2021 e la legge europea per la neutralità climatica del 2050, fino alla COP 27 in corso a Sharm el-Sheikh. Tutti programmi d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità. Un’opportunità da cogliere oltre che un dovere, soprattutto adesso visto che la Conferenza d’Egitto si apre con la notizia che nel 2021 è stato speso il doppio in sussidi fossili rispetto al 2020. 24 Paesi su 193 hanno rivisto gli obiettivi sulle emissioni e quasi l’88% dei Paesi non ha fatto assolutamente nulla”.
“E noi come Paese non siamo certo tra i più virtuosi perché sul Tecnopolo del Mediterraneo siamo fermi all’8 maggio 2019, quando l’ex Vice Ministro del MIUR Lorenzo Fioramonti asserì: «Taranto diventa un punto di riferimento europeo nel campo della innovazione tecnologica di stampo». Dopo di allora, oltre ai fatti, neanche più le parole.
La UIL sarà sempre in prima linea per la realizzazione di questo centro d’eccellenza tra ricerca applicata, esigenze delle imprese e rispetto dell’ambiente circostante.
“La transizione energetica oltre che annunciarla, si attua e si governa. Diversamente sarà un disastro non solo per il clima, ma per l’intera economia e l’occupazione. Ci auguriamo di farlo adesso con il fianco decisionale di una politica che con la forza di una Legge già varata, adesso non rallenti, o peggio insabbi, le vocazioni e la voglia di riscatto di questo territorio. Serve verità e determinazione e non c’è altro tempo da perdere”.