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PCI:  Quanto messo in atto da Acciaierie d’Italia a partire dalla data odierna è assolutamente inaccettabile

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Ancora una volta si utilizza i lavoratori e il territorio come ostaggi per un ulteriore ricatto da parte dell’azienda nei confronti del Governo e di tutto lo Stato italiano. Il fermo annunciato per 145 imprese fornitrici e l’incremento, rilevato dalle OO.SS., del numero delle risorse dirette collocate in cassa integrazione è evidentemente lo strumento con il quale si intende forzare la finalizzazione del miliardo di euro affidato ad Invitalia per l’ex Ilva e inserito dal Governo Draghi nel DL Aiuti. E’ difatti l’ennesimo ricatto del socio privato di Acciaierie d’Italia per continuare a mungere lo stabilimento siderurgico di Taranto senza investire nemmeno uno degli euro promessi quando gli è stata sciaguratamente regalata l’ILVA. 

Tutto il territorio non può più stare a guardare. Deve ribellarsi facendo sentire al Governo la sua voce, rivendicando un ruolo in tutta questa vicenda e proponendo una soluzione definitiva all’agonia iniziata con la privatizzazione dell’azienda. 

A questo proposito il Partito Comunista Italiano ha scritto al Presidente e a tutti i Sindaci della Provincia di Taranto (comunicazione per Presidente Prov e Sindaci) per chiedere che si adoperino immediatamente per la convocazione del Consiglio Provinciale e di tutti i Consigli Comunali al fine di approvare un ordine del giorno da indirizzare alla Presidenza del Consiglio che abbia come perno centrale la richiesta di una vera Nazionalizzazione di Acciaierie d’Italia e la liquidazione del socio privato. 

Solo in questa maniera si potrà pensare che il territorio abbia finalmente un ruolo nel guidare una vera transizione dell’azienda verso la compatibilità ecologica. 

La Segreteria Provinciale del P.C.I. 


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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