No violenza di genere! e quando è mobbing verso una lavoratrice cos’è? Storia di una vigilessa in servizio a Grottaglie
#LeIntervistedelDirettore
Grottaglie – Oggi nella Giornata contro la violenza di genere vogliamo raccontarvi una storia di quasi mobbing sul posto di lavoro, verso una donna lavoratrice, una vigilessa, perché, purtroppo esiste anche un modo subdolo e quasi impercettibile di fare violenza psicologica sui posti lavoro che per farlo certificare per esempio come mobbing, bisogna passare dalle Aule di Tribunale quando anche il Sindacato, in questo caso specifico “intimorito” si gira dall’altra parte. (Attenzione la foto di copertina è di repertorio web)
Nella primavera del 2021 la nostra testata giornalistica si occupò di una vicenda di natura Sindacale che interessava il Palazzo della Città di Grottaglie, dove il Sindaco e la sua Giunta si distinguevano per i loro comportamenti antisindacali. Un comportamento denunciato da un rappresentante sindacale che stigmatizzava la condotta poco chiara dello stesso Sindaco e della sua Giunta, che faceva e fa scelte non proprio trasparenti nell’iter adottato circa alcune nomine di incarichi e in più aprendo una vera battaglia contro chi, nella legittimità del ruolo di rappresentante sindacale, ha cercato di portare alla ragionevolezza il Primo Cittadino che alla fine ha fatto di testa propria e, NON PAGO, ha continuato a perseguitare con un accanimento feroce quanti hanno provato a spezzare il suo cerchio magico in nome di una correttezza istituzionale che il caso o meglio i casi richiedevano.
A pagarne le spese per primo fu proprio il Sindacalista che fu querelato dal Sindaco Ciro D’Alò, azione che portò lo stesso rappresentante sindacale a sparire dalle scene, il quale, per evitare il peggio, spostò l’attenzione altrove. Ma la storia non finì lì, è andata avanti degenerando sempre più, continuando a mietere vittime e a portare alcuni Agenti di Polizia Municipale in Tribunale, grazie a questa persona nominata Comandante FF dal Sindaco D’Alò. Per un anno e mezzo la situazione a Palazzo di Città è andata avanti e due dei Vigili urbani, mandati davanti al Giudice con un processo, sono stati assolti con formula piena e noi di oraquadra abbiamo voluto intervistare una di loro, l’Agente municipale/Vigilessa la dottoressa Giovanna Mari, nata a Bari classe 1975, donna determinata a far valere i suoi diritti e non solo i suoi, una persona con un’eccellente formazione che in servizio al nord, per motivi familiari anni fa, chiese la mobilità per rientrare in Puglia e nel 2017 è arrivata a Grottaglie, con la sua laurea in Giurisprudenza.
Dottoressa da quale Città lei arriva e quale mansione ricopriva?
Arrivo dalla provincia di Torino dove ho svolto il ruolo di Agente di polizia locale dal 2008 al 2017, e, dove ho assolto e svolto mansioni di ogni ruolo, anche quello di Comandante, in virtù del fatto che, in Comando lavoravo da sola.
La sua formazione?
Ho una Laurea in Giurisprudenza conseguita all’Università degli studi di Bari nel 2001, nonché ho seguito un iter formativo presso la Regione Piemonte per la mia professione.
Cosa ha trovato a Grottaglie al suo arrivo?
Un’organizzazione lavorativa diversa da quella a cui ero abituata a lavorare (una diversa mentalità, una differente educazione, un differente modo di interagire con i colleghi, un diverso modo di intendere il ruolo). Il tutto ha fatto si che, dopo pochi mesi, prendessi contezza dell’errore che avevo fatto.
Lei ha fatto parte del Sindacato quale e perché ha abbandonato?
Nel gennaio del 2018 mi iscrissi al Sindacato autonomo CSA per vivere anche questa esperienza e, poco dopo, venivo designata dirigente dello stesso Sindacato. Da Sindacalista, ponevo all’attenzione del Segretario Generale, alcune situazioni critiche, degne di essere portate all’attenzione delle autorità competenti. Successivamente ( sarà coincidenza..? ) sono stata denunciata e investita di molteplici procedimenti disciplinari, per questo mi sono vista costretta ad abbandonare il Sindacato.
Quando lei è arrivata a Grottaglie che aria tirava nel suo reparto?
Una situazione conflittuale tra alcuni colleghi, basate a parer mio su delle banalità, questo mi portò subito a chiedere il nulla osta per cambiare Ente.
Lei insieme ad un suo collega è stata denunciata dal Comandante pro tempore, facente funzione, perché non ha svolto in modo regolare un controllo su alcuni venditori ambulanti, tanto che siete stati denunciati e subìto un percorso giudiziario da cui siete usciti assolti. Ci racconta i fatti?
Nel febbraio del 2020, con grande stupore, venni a conoscenza che, il comandante ff Antonio Russo, aveva denunciato me e il mio collega di pattuglia per abuso d’ufficio. A suo dire, avremmo agevolato un commerciante ambulante, non sanzionandolo in un’area interdetta alla vendita. La denuncia era palesemente pretestuosa in quanto il dott. Antonio RUSSO, ometteva lui di notificarci il nuovo regolamento dove venivano riportate le aree interdette alla vendita.
Di questo ne aveva l’obbligo come da normativa.
Pertanto si era all’inizio di un iter persecutorio, finalizzato a non consentirmi di partecipare a eventuali concorsi interni da Ufficiale della Polizia Locale, se non addirittura al licenziamento.
È vero che lei aveva e ha i numeri per ricoprire il ruolo di Comandante pro tempore che invece il Sindaco, in modo perentorio e senza che abbia tenuto conto della sua candidatura, ha assegnato ad una persona che stando ad alcuni documenti omessi dallo stesso e nemmeno ricercati da chi di dovere, non poteva assumere il Comando temporaneo del Corpo di Polizia Municipale di Grottaglie?
Si, nel mese di giugno 2019, avevo conseguito l’idoneità a svolgere il ruolo di Comandante della Polizia Locale mediante una selezione pubblica per titoli e colloquio. Di ciò notiziavo subito il sindaco di Grottaglie, e chiedevo di rivedere l’iter di scelta e di nomina del comandante ff. Il sindaco, mi rispondeva con una nota che la decisione spettava solo a lui e che era già stato individuato nell’Antonio Russo il sostituto del Comandante.
Qualche settimana fa con immenso stupore e, ne sono ancora tutt’ora scossa, sono venuta a conoscenza di un’altra “chicca”: Il Russo Antonio, risulta essere stato condannato a Milano, con sentenza passata in giudicato per Abuso D’Ufficio, Falso Ideologico e distruzione di atti veri. Il Sindaco con decreto Sindacale lo ha nominato Comandante pro tempore con la seguente motivazione: “letti i fascicoli personali degli appartenenti al Corpo e vista l’esperienza maturata a Milano”. Per quanto ne so, il Russo Antonio, non poteva essere neppure un dipendente pubblico per il semplice fatto di aver occultato a regola d’arte questi atti di una certa rilevanza.
Auguro per una questione di rispetto e trasparenza alla cittadinanza grottagliese e non solo, che qualcuno spieghi come sia possibile che sia accaduto ciò.
Questa battaglia di Giustizia lei l’ha fatta per sé o per far valere i diritti di chiunque si trovi in questa sua medesima situazione?
Sto portando avanti questa battaglia, sia per una mia questione personale, ma anche perché sono cresciuta con sani principi di correttezza e legalità. Nonché per dare un segnale a tutte le vittime di ingiustizie di non arrendersi mai.
È vero che più volte è emersa chiara la volontà del Sindaco di volerla mettere in condizione tali da essere licenziata?
Devo anche qui fare una precisazione. Il fatto di essere stata denunciata prima e di aver subito diversi procedimenti disciplinari in un lasso di tempo limitato fa intendere che si vuole determinare il venir meno del rapporto fiduciario con il dipendente al fine di arrivare a un licenziamento per giusta causa. Se a questo si aggiunge che in diverse occasioni ho chiesto l’intervento del Sindaco e del Segretario generale senza esito, inoltre ho riformulato la richiesta di nulla osta nell’aprile 2021 ricevendo il nulla osta solo nel giugno 2022, forse compromettendo il mio trasferimento in tempi congrui, ancora che lo scorso febbraio dopo essermi recata nella stanza del Vice Sindaco, Assessore al personale oltre che alla Polizia locale, per chiedere nuovamente di non ostare a un mio trasferimento presso un’altra Amministrazione visto il clima conflittuale e di tensione continua che vivevo lo stesso, mi ha invitato a licenziarmi qualora non mi fosse convenuta quella situazione.
Alla luce di quanto accaduto fino all’assoluzione con formula piena cosa si sente di dire a questa Amministrazione che definirla maldestra è un eufemismo?
Che innanzitutto sono una persona per bene, con sani principi e valori, che sono orgogliosa di indossare un’uniforme, e che sono felice per la verità emersa su certi fatti infamanti e quindi riconosciuta da un Giudice, soggetto imparziale e terzo appunto. Mi spiace molto il non essere riuscita ad essere stata apprezzata per quello che sono, professionalmente parlando. Anche perché non c’è stata mai occasione per dimostrarlo fino in fondo. Inoltre mi sento ancora di dire con il cuore in mano che, quando viene meno la fiducia verso un dipendente, non per comportamenti riprovevoli, ma perché si è prevenuti o per altre ragioni, va concessa la libertà di andare via, se il loro desiderio è di andare via.
Una bella pianta seppur curata può non dare bei fiori se non è orientata verso una fonte di luce. Sono convinta che ognuno può dare il meglio solo se è in armonia con quello che lo circonda.
Lei ha chiesto la mobilità al Sindaco che non le è stata concessa?
In passato è accaduto in più occasioni: nel 2018 poi ancora nel 2019 e nel 2021. Solo dopo l’assoluzione nel marzo 2022 mi hanno concesso il nulla osta nel mese di giugno. Però poiché l’Amministrazione con cui ero in contatto non ha più potuto attendere, mi ritrovo ancora qui, ma sono in procinto di chiederla nuovamente. Inoltre sto partecipando a concorsi per categoria superiore quale ufficiale o Comandante di polizia locale. (Inoltre va sottolineato che nei cassetti del Palazzo di Città di Grottaglie, giace da decenni il Bando di Concorso per il ruolo di Comandante di Polizia Municipale della Città delle Ceramiche, e spesso ci si chiede come mai questo concorso non viene bandito? ndr )
È vero che questa città lei la sente ostile e che non ha trovato solidarietà tra i suoi colleghi ( il 30% dell’organico di Polizia municipale è donna), dove molti dei quali si sono girati dall’altra parte di fronte all’accanimento del Sindaco nei suoi confronti?
Si purtroppo è vero. Con alcuni colleghi non riesco neanche più a lavorare in maniera serena. All’epoca dei fatti non hanno avuto la forza o il coraggio di esporsi, sono rimasti alla finestra a attendere gli eventi. Questo glielo ho sempre rimproverato. È capitato a me ma poteva capitare a ognuno di loro. Ormai sono purtroppo prevenuta su molte situazioni e non vedo l’ora di iniziare altrove la mia attività lavorativa. Sono certa che solo andando via di qua potrò essere più serena e spero, con il tempo, di pensare a questi fatti in maniera meno dolorosa.
Alla dottoressa Giovanna Mari, auguriamo con tutto il cuore di trovare la giusta collocazione professionale per i suoi meriti e per le sue capacità, perché esaminando i fatti, purtroppo ci tocca ammettere che anche questa è violenza, se vogliamo molto pericolosa perché se la vittima di discriminazioni e soprusi non è forte nel fronteggiarle come la vigilessa Mari, ci potrebbe essere un’evoluzione poco piacevole dei fatti, e poi inutilmente gridare al lupo dopo che si è mangiato gli agnelli.