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Il Parco del Mirto sia restituito ai cittadini

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Il Parco del Mirto, uno dei pochi polmoni verdi presenti in città e l’unico che insiste nel Quartiere Paolo Sesto, negli ultimi mesi è stato oggetto di nuovi atti vandalici.

Ignoti, infatti, hanno incendiato una piccola struttura in legno ubicata all’ingresso del Parco.

Purtroppo questo non è stato un atto isolato perché anche l’area giochi, negli scorsi anni, è stata deturpata e alcuni giochi che sono stati divelti ora sono pericolosi per l’incolumità dei cittadini.

Inoltre tutta l’area è sprovvista di illuminazione pubblica.

Pertanto, credo sia arrivato il momento per l’amministrazione comunale di restituire ai cittadini il Parco del Mirto, pianificando i lavori di ripristino.

Ma purtroppo, visto l’esperienza passata, questo non basterà perché, a causa dell’inciviltà di alcuni cittadini, se l’amministrazione “si limitasse” a ripristinare il Parco probabilmente si verificherebbero nuovi episodi di vandalismo che vanificherebbero gli sforzi economici.

Pertanto dopo aver ripristinato l’area, non si potrebbe fare a meno di un sistema di Videosorveglianza h24, di recintare il perimetro e attivare un servizio di vigilanza.

Questo intervento inoltre potrebbe rientrare nel Piano di rigenerazione sociale per l’area di crisi di Taranto previsto dal decreto legge n. 191 del 2015 che ha assegnato al Comune di Taranto circa 20,5 milioni di euro (fondi ex Ilva).

Quale migliore investimento ed esempio di rigenerazione sociale potrebbe essere rappresentato dalla restituzione ai cittadini di un Parco abbandonato da anni?

Pertanto faccio un appello all’amministrazione comunale e al Sindaco Melucci affinché valutino seriamente questa proposta che coniugherebbe la rigenerazione sociale con quella urbana e sicuramente lancerebbe un segnale forte di attenzione dell’amministrazione comunale per le periferie della città e in particolare per il Quartiere Paolo Sesto.

 

Battista Francesco

Consigliere Comunale Taranto

Segretario Cittadino Lega


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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