IL BUONGIORNO DI PINA COLITTAPRIMO PIANOWellness

Il Buongiorno di Pina Colitta. Tossicità negli ambienti di lavoro

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Intanto bisogna precisare quali sono gli elementi che invece portano le persone ad essere felici di andare a lavorare…

Qualcuno penserà: ci sono persone felici di andare a lavorare?

Penso proprio di si, se l’ambiente lavorativo si fa garante di alcuni significativi elementi.

Innanzitutto, metterei al primo posto la meritocrazia insieme all’assenza di favoritismi.

Poi aggiungerei i comportamenti etici da parte dei management, insieme alla possibilità anche di lavorare divertendosi in un ambiente sano dal punto di vista psicologico.

Elementi che, se considerati prioritari, possono rendere serena la vita dei lavoratori.

Purtroppo accanto a questi elementi ce ne sono tanti altri che invece rendono l’ambiente di lavoro assolutamente inadeguato e a volte distruttivo per l’uomo e le sue emozioni.

E infatti un ambiente di lavoro distruttivo quello in cui non si creano rapporti costruttivi.

Quando si può definire un ambiente di lavoro costruttivo?  Sicuramente quando ci si affida solo all’intuito, quando non si colgono le correnti emotive positive che si stabiliscono tra le persone.

Altro elemento importante in un’azienda che deve funzionare in modo costruttivo, potrebbe essere la rotazione dei ruoli, con avanzamenti di carriera, per evitare dei cali motivazionali.

 In questo modo si potrebbe tenere l’ambiente di lavoro frizzante e stimolante.

Un dipendente imprigionato in un ruolo potrebbe lavorare in un clima di competizione non sempre sano.

Nel lavoro così come nella vita privata i complimenti non bastano mai e quindi un lavoratore si sente valorizzato e gratificato quando qualcuno, in un ruolo al di sopra di lui, nota e premia il suo impegno

Come si dice in una “relazione di aiuto” le carezze potrebbero aumentare l’autostima e queste carezze si possano tradurre in aumenti di stipendio, in bonus, in buoni d’acquisto, in buoni regalo o benefit.

Cosa conta realmente in un contesto lavorativo? Conta che un dipendente non deve mai pensare che i suoi sforzi siano inosservati o vengono compensati solo dall’essere bravo.

Nell’ambito lavorativo anche la celebrazione dei risultati di uno dei dipendenti, festeggiando questi risultati, potrebbe creare dei legami virtuosi tra i colleghi.  A volte il successo non viene condiviso per non creare situazioni di invidia e gelosia tra i dipendenti, ma alla fine rimarrebbe il raggiungimento di un obiettivo personale, tenuto nascosto.

Ciò indubbiamente descrive un ambiente di lavoro assolutamente poco meritocratico soprattutto se un dipendente bravo si sente scavalcato da un collega, oggettivamente meno competente.

Il rischio è che il team di lavoro si divide e quindi viene meno il senso di appartenenza alla propria azienda.

Il tutto si traduce nel lavorare in un luogo di lavoro non accogliente, non familiare, che rende inderogabilmente il dipendente, non felice di spostarsi da casa, limitando la possibilità di costruire legami importanti tra i colleghi.

In realtà non evidenziare continuamente fiducia nei confronti di un dipendente non è positivo. E porta il dipendente a vedere il proprio capo come distaccato, che non cerca un dialogo con lui.

Quando faccio riferimento al dialogo non faccio riferimento ad un interesse da parte del capo alla vita privata di un dipendente, ma faccio riferimento alla capacità di attivare le dinamiche di ascolto, in maniera attiva e partecipativa, proprio per evitare poi di arrivare ad un confronto privato per malumori o incomprensioni.

Spesso si dice, ma a volte solo sulla carta, che il successo di uno è il successo di tutti e che la crescita di un’azienda è la crescita di tutti. Questo si ascrive ad una verità: il senso di imprenditività cioè responsabilità tra i collaboratori potrebbe far venir meno il loro senso di iniziativa, creatività intraprendenza.

Ma significa soprattutto non sentirsi parte di un progetto comune e soprattutto non aderire ai valori dell’azienda per cui si lavora.

Sarebbe per esempio interessante organizzare delle iniziative comuni e sociali, magari di volontariato, in cui possa essere coinvolto tutto il team di un’azienda occasione in cui i diversi ruoli si abbattono ed insieme si lavora per un unico obiettivo sociale ed umano.

“Leggete, studiate, e lavorate sempre con etica e con passione; ragionate con la vostra testa e imparate a dire di no; siate ribelli per giusta causa, difendete la natura e i più deboli; non siate conformisti e non accodatevi al carro del vincitore; siate forti e siate liberi, altrimenti quando sarete vecchi e deboli rimpiangerete le montagne che non avete salito e le battaglie che non avete combattuto.”

Mario Rigoni Stern


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