Gli scontri di Napoli e il disagio delle forze dell’ordine
Assistiamo spesso ad episodi di violenza che turbano l’opinione pubblica e creano umiliazione e sofferenza per le forze di polizia. I fatti di Napoli ne sono l’esempio(foto di copertina). Un Paese che a volte no sa da che parte stare e giustifica i violenti colpevolizzando l’operato della polizia. Rappresentanti delle istituzioni che per partigianeria ed ideologia si schierano da una parte o dall’altra.
Siamo il Sindacato dei colleghi e siamo anche poliziotti che vivono quotidianamente le difficoltà operative nei servizi di ordine pubblico. Anni di errori nella gestione dell’apparato della sicurezza hanno determinato frustrazioni tra i poliziotti che, a causa del blocco del tour over e della legge “Madia”, si ritrovano ad essere in gran parte degli ultra cinquantenni. Recentemente la Direzione Centrale di Sanità, nell’ambito del progetto teso ad analizzare le eventuali forme di disagio che possono manifestarsi tra il personale della Polizia di Stato nei diversi contesti lavorativi (visto anche il record di suicidi di colleghi del 2022), ha strutturato un programma operativo per lo sviluppo di tale obiettivo. Oramai da anni si istituiscono tavoli tecnici composti da super esperti finalizzati a comprendere le ragioni del disagio, che a noi, umili “lavoratori nella vigna del Signore”, come disse un grande Papa, sembrano abbastanza evidenti. Gli organici della Polizia di Stato sono carenti di circa 10.000 unità e nei prossimi tre anni sono previsti circa 12.000 pensionamenti per raggiunti limiti di età.
Oggi gli operatori di Polizia non sono messi nella condizione di poter servire il Paese al meglio. Non sono sufficienti le tutele legali in favore degli operatori delle forze dell’ordine sottoposti a procedimento penale per fatti di servizio che spesso sono costretti a sostenere di tasca propria le spese legali. Non ci sono chiari protocolli operativi che individuino cosa si può fare negli interventi di polizia e come lo si può fare. I reati di oltraggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale sono norme blande e inefficaci. Per come oggi sono applicate, esse non svolgono la necessaria funzione di deterrenza e chi commette questi reati non trascorre nemmeno una notte in carcere. Mancano dotazioni efficienti quali giubbetti e guanti antitaglio, auto funzionanti, sostituzione dell’attuale arma lunga, strumenti all’avanguardia, divise adeguate e in numero sufficiente. Principalmente a causa della carenza di organico, ma anche per la natura del nostro servizio che in determinati contesti non può essere interrotto, gli operatori delle Forze dell’ Ordine sono obbligati ad effettuare turni di straordinario, molte delle quali vengono pagate con estremo ritardo. Sono indispensabili risorse adeguate affinché ogni prestazione venga liquidata regolarmente.
I ticket o card ricaricabili, per il rimborso del mancato pasto in servizio, presentano sistematicamente innumerevoli problematiche: vengono erogati con notevole ritardo e non tutti gli esercizi commerciali li accettano perché dal valore nominale devono detrarre costi importanti. La defiscalizzazione degli straordinari, poi, sarebbe uno strumento per valorizzare il lavoro in eccesso necessario per completare le attività svolte durante il turno ordinario e a cui spesso si fa ricorso per compensare la carenza di organico.
Vi è grande carenza di sistemazioni negli alloggi collettivi di servizio e questo va a discapito principalmente dei neo agenti che, non potendo essere assegnati nelle regioni di nascita e di residenza nonché in quelle limitrofe, sono obbligati a prestare servizio lontano dai loro nuclei familiari e a dover sostenere per l’affitto spese decisamente elevate rispetto alla retribuzione percepita. Non vi sono misure di sostegno delle politiche della casa per garantire un utile inserimento dei poliziotti nel contesto sociale in cui operano attraverso iniziative di edilizia agevolata.
Spesso non è garantito il diritto all’aggregazione al proprio nucleo famigliare per gli operatori con figli minori di anni 3. Questo deve essere un diritto pienamente riconosciuto anche a tutte le donne e gli uomini del comparto sicurezza. Le condizioni igieniche delle strutture sedi degli uffici di polizia sono assolutamente indecorose. La scarsa disponibilità di risorse finanziarie e la morosità nelle situazioni di locazione determinano spesso condizioni indecenti degli edifici che ospitano i nostri uffici, lacune negli impianti, carenze di mobilio.
Spesso diritti, anche contrattuali, vengono ostacolati da zelanti dirigenti che tendono a negare il riconoscimento di benefici economici di pochi euro. A nulla serve cercare di spiegare che seguendo tale tesi restrittiva si finisce con l’affermare che anche le estensione testuali dei Decreti e delle Circolari ministeriali diventano inutili. Tutto questo crea tensione e disagio tra i colleghi. Nel 2022 ci sono stati 21 suicidi di poliziotti e tre tentativi di suicidio. Nei primi mesi del 2023 già 2 suicidi ed un tentativo di suicidio. Già! Ma siamo ancora qui ad analizzare le eventuali forme di disagio che possono manifestarsi tra il personale della Polizia di Stato nei diversi contesti lavorativi.

Segretario Provinciale
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