Il Buongiorno di Pina Colitta. Solitudine o meditazione?
La meditazione fatta pochi minuti al giorno appena svegli potrebbe mettere chiunque nelle condizioni di capire i propri obiettivi della giornata. Avere il controllo della propria vita non è facile, ma può essere fattibile con un po’ di pazienza.
Sostengo continuamente che regalarsi del tempo, anche scrivendo sul diario quello che si vuole, è come conversare con la propria mente dandosi la possibilità di scoprire se stessi.
E questo accade solo e soltanto grazie alla solitudine, che consente di prestare attenzione alle proprie emozioni.
Consente, altresì, di mettere il cuore sullo stesso piano della mente soprattutto quando si ha la volontà di riscoprirsi.
La solitudine diventa l’ambito in cui ci si può chiedere che cosa si vuole per sè stessi e ci si può conoscere intimamente e può essere l’inizio di un cambiamento, non una punizione.
Sì inizia piano piano a convivere con la solitudine e piano piano si inizia a capire quanto è importante viverla quotidianamente come la migliore forma di cura che si possa avere. Ribadisco, non è facile vivere la solitudine e lo è ancora meno in una società in cui bisogna sempre essere connessi, circondati da persone.
In tal modo è proprio difficile stare da soli. Lo stare da soli rappresenta un ostacolo, una barriera, che addirittura pietrifica le azioni semplice, come uscire per fare la spesa o guardare da soli un film al cinema o concedersi una cena da soli.
Allora come si può superare questa limitante solitudine? Intanto bisognerebbe lavorare sulle proprie emozioni e comprendere il motivo per cui ci si sente soli; forse in tal modo si potrebbe far pace con la solitudine, imparare ad amare, ad apprezzare la compagnia di sé stessi.
Va detto che affrontare la solitudine è un bel percorso lento, di pazienza perché richiede tempo, costanza e soprattutto tanta forza di volontà.
Bisogna partire dal captare quali siano le sensazioni per cui ci si sente soli, dando ascolto ai propri pensieri e chiedendosi se quella solitudine si avverte per mancanze, per vuoti, ossia per l’assenza di amici, di un partner. In tutto questo non bisogna mai trascurare quanto ci si possa sentire soli anche in compagnia.
Le emozioni e le sensazioni potrebbero essere tante per cui forse avere un proprio diario sul quale scrivere le proprie emozioni non sarebbe male.
Potrebbe per esempio aiutare a liberare la mente, mettendo a fuoco quali possono essere i punti di debolezza da convertire poi in punti di forza.
Ed è qui che entra in gioco la meditazione cioè la riflessione; bisognerebbe farlo quotidianamente perché sicuramente porterebbe a dei benefici, sia al corpo che alla mente.
Se praticata costantemente e con convinzione potrebbe liberare la mente da ansie preoccupazioni, concentrando il corpo e respiro su se stessi, schivando rumori esterni.
Non importa in che modo si possa fare meditazione, sdraiati, seduti. Ciò che importa è che accada in un luogo tranquillo per essere connessi con sé stessi, per accettare, come uno status quo, la solitudine.
Ovviamente insisto sempre sulla possibilità di consultare figure professionali, come psicologi psicoterapeuta e consulenti familiari, per imparare a vivere bene la solitudine.
Perché bisognerebbe rivolgersi a professionisti per imparare a vivere la solitudine?
Semplicemente perché le persone hanno vergogna nel mostrare le loro fragilità ed invece risulta essere fondamentale conoscerle per iniziare un percorso terapeutico.
Ma praticamente esiste un modo per vivere bene da soli?
Certamente sì, soprattutto se si scopre la libertà e l’amor proprio, come punti di partenza fondamentali per apprezzare la vita in solitudine e viverla nel migliore dei modi.
Parola mia, è possibile vivere bene felici da soli più di quanto si possa pensare!
“Quando si evita a ogni costo di ritrovarsi soli, si rinuncia all’opportunità di provare la solitudine: quel sublime stato in cui è possibile raccogliere le proprie idee, meditare, riflettere, creare e, in ultima analisi, dare senso e sostanza alla comunicazione.”
Zygmunt Bauman