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M5S Taranto: no a trivellazione nel mar Ionio

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Su proposta del Consigliere comunale avv. Mario Odone del Movimento 5 Stelle, il Consiglio comunale di Taranto ha approvato con larga maggioranza, che ha incluso il voto favorevole di esponenti dell’opposizione, un ordine del giorno in cui l’Assise cittadina dichiara la sua ferma contrarietà allo sblocco delle concessioni di estrazione di gas in mare deciso dal Governo Meloni.
Più precisamente, l’Esecutivo nazionale, in deroga al divieto previgente, intende consentire la coltivazione di idrocarburi in zone di mare fra le 9 e le 12 miglia dalla costa e dal perimetro esterno delle aree marine e costiere protette.
Tra i permessi interessati dalle modifiche introdotte con il decreto recentemente varato dal centro-destra ce ne sarebbero tre in Puglia ed uno riguarderebbe proprio il Golfo di Taranto, area che sarebbe, quindi, interessata da trivellazioni che metterebbero a serio rischio il nostro ecosistema marino.
L’iniziativa del Consigliere Odone consegue alla mobilitazione invocata a gennaio scorso dal Vicepresidente del Movimento 5 Stelle, Sen. Mario Turco, quando unitamente al Coordinatore regionale, On. Leonardo Donno, alla Vicepresidente della Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, on. Patty L’Abbate, ai Consiglieri regionali Marco Galante, Cristian Casili e Grazia Di Bari ed alcuni portavoce comunali è stato comunicato il deposito di una mozione dagli analoghi contenuti in Consiglio regionale.
La sollecitazione è stata accolta tanto dal Consiglio regionale quanto da numerosissimi Consigli comunali pugliesi, che hanno assunto una posizione netta e forte contro lo scenario voluto dall’Esecutivo nazionale, che rischia di promuovere il ritorno allo sfruttamento delle fonti fossili, in aperta controtendenza rispetto agli obiettivi dell’Agenda 2030 e a quelli ancora più ambiziosi dell’Agenda 2050.
Soltanto qualche giorno fa sono state rese dal Presidente della Regione Puglia le allarmanti conclusioni rassegnate dalla task force scientifica regionale costituita per affrontare la problematica: le trivellazioni dei nostri mari per la ricerca di idrocarburi produrrebbero spiaggiamento di cetacei lungo le coste, danni alla pesca locale, alterazione della biodiversità, deterioramento delle aree marine protette e ricadute negative sul turismo.
Alla contrarietà alle trivelle per le ragioni ambientali si affiancano quelle di carattere economico, in quanto estrarre il gas non sarebbe conveniente per gli alti costi da sopportare, rispetto alla reale resa produttiva. La decisione di trivellare i nostri mari, inoltre, non inciderebbe sui costi delle bollette dei cittadini, in quanto il prezzo del gas estratto sarebbe comunque determinato dalle quotazioni borsistiche del mercato di Amsterdam.
Piuttosto che svolgere attività di ricerca di idrocarburi nel nostro mare, occorre muoversi verso un modello di sviluppo più sostenibile tracciando una linea di azione comune nel solco della transizione energetica; in questa direzione vanno sicuramente la diffusione delle comunità energetiche rinnovabili e l’attuazione del reddito energetico, misure fortemente sostenute dal Movimento 5 Stelle.
Anticipiamo che a breve presenteremo nuove iniziative per la tutela dei nostri mari con il coinvolgimento di tutti i Cittadini.

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Redazione Oraquadra

La redazione.

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