Casa Circondariale di Taranto: insostenibile affollamento di detenuti
La Cisl territoriale condivide e sostiene le oramai storiche rivendicazioni della Fns Cisl, relative alla Casa Circondariale “Carmelo Magli” di Taranto.
Rivendicazioni riguardanti le diffuse criticità che gravano sugli Agenti di Polizia penitenziaria per gravissime carenze di pianta organica e mancato turn over di tali profili, per l’incidenza sulla loro qualità di vita di organizzazione e carichi di lavoro spesso massacranti e per i ricorrenti rischi per l’incolumità personale.
Senza dimenticare i dubbi legittimi sull’effettiva esigibilità, in un quadro di sistema carcerario nazionale, della funzione rieducativa della pena, diritto sancito dal 3° comma dell’art. 27 della Costituzione italiana ma, francamente, stridente con i circa 85 suicidi di detenuti nel 2022 in Italia, con esasperazione e depressione tra le cause principali.
Ricordiamo, al riguardo, che tra i diritti fondamentali dei detenuti si contemplano il rispetto della dignità della persona, il loro recupero sociale, l’opportunità offerta loro di svolgere compiti funzionali al proprio miglioramento culturale e alla salvaguardia di eventuali competenze e professionalità, il loro soggiorno in celle non già sovraffollate ma i cui spazi individuali corrispondano agli standard minimi europei, ecc.
Condizione, quest’ultima, confliggente, con quella della “Carmelo Magli”, carcere tra i più affollati del nostro Paese e con poco più di 310 Agenti di Polizia penitenziaria costretti a gestire oltre 800 detenuti, più di 350 rispetto a quanti strutturalmente previsti,
Ricordiamo, altresì, che dello stesso mondo, oltre alle detenute ed ai detenuti, sono parte sostanziale persone titolari anch’esse di diritti fondamentali, anche perché rappresentanti dello Stato, come appunto sono gli Agenti di Polizia penitenziaria, i dipendenti civili, i singoli dirigenti la cui autonomia è, comunque, funzionale ai comandi gerarchici.
Ebbene, il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, che fa capo al Ministero della Giustizia, si è sempre affidato ad algoritmi rivelandosi sordo, soprattutto negli ultimi anni, alle denunce inerenti, anche a Taranto, al fenomeno del sovraffollamento della popolazione carceraria ed alla disapplicazione delle novità legislative che avrebbero dovuto garantire una forte diminuzione degli ingressi di detenuti in carcere.
Da qui una situazione divenuta insostenibile, quando non addirittura esplosiva.
Auspichiamo, poi, che il Garante dei diritti delle persone private della libertà personale, nominato dal Consiglio regionale della Puglia, venga dotato di competenze assai più significative di quanto non siano le attuali; anche in considerazione del messaggio lanciato dal nuovo Governo nazionale, tra i primi atti dopo il suo insediamento, di voler cioè considerare prioritario il tema della sicurezza e, credibilmente, anche l’impegno profuso da tutti gli Operatori esposti su tale versante, a servizio delle nostre comunità, per rilanciare una coesione sociale inclusiva e mai, direttamente o indirettamente, punitiva per alcuno.