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Pasquale Magazzino (SAP): “Quando il ricordo diventa insulto”

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Abbiamo appreso che il 17 marzo u.s. nella Concattedrale di Taranto era  stato organizzato un incontro tra  Agnese, figlia di Aldo Moro, e Adriana Faranda, terrorista della ex colonna romana delle brigate rosse, compagna di Valerio Morucci, capo indiscusso della stessa organizzazione, ideatore  ed esecutore del sequestro Moro.  Il 16 marzo 1978, in via Fani a Roma, fu trucidata in un  vile agguato la scorta dell’onorevole Aldo Moro: due carabinieri, Oreste LEONARDI  e Domenico RICCI, e tre poliziotti, Francesco ZIZZI, Giulio RIVERA e Raffaele IOZZINO. I loro corpi crivellati di colpi furono adagiati inermi sui tavoli in marmo o acciaio dell’obitorio. Il corpo dell’onorevole Moro avrebbe raggiunto i suoi angeli custodi 40 giorni dopo.

Il confronto tra la signora Agnese e la terrorista Adriana Faranda non c’è stato, perché quest’ultima non si è presentata all’appuntamento. Organizzare un incontro nell’anniversario dell’uccisione dei nostri colleghi ci sembra indecente e offensivo per le famiglie di quei poveri servitori dello Stato. Si continuano a confondere vittime e carnefici. La Faranda e i suoi compagni non sono in grado di insegnare nulla a nessuno, rimangono quello che erano. Come camaleonti cambiano il colore della pelle, ma rimangono degli  assassini che volevano distruggere la nostra libertà.

Tempo fa nella città di Bitonto fu invitata Barbara Balzerani, terrorista, compagna di Renato Curcio. La Balzerani uccise a Milano tre poliziotti, uno di questi, Michele Tatulli, nativo proprio di Bitonto, aveva 25 anni. Recentemente abbiamo assistito alla mancata estradizione dei terroristi rifugiati in Francia. Ma noi non dimentichiamo. Noi non perdoniamo. Per noi gli eroi non muoiono mai.

Pasquale Magazzino
Segretario provinciale Sindacato Autonomo di Polizia

 

 

 


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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