Gianni Liviano replica al SAP quest’ultimo critico sull’incontro Tra Agnese Moro e la Brigatista Faranda poi sostituita da Bonisoli
Leggo di un comunicato inviato alla stampa da parte di alcuni sindacati della polizia, in cui si condanna il ns invito di qualche giorno fa, unitamente alla signora Moro, anche alla signora Faranda, poi sostituita per un problema di salute, dal sig. Bonisoli.
Credo che, non avendo partecipato all’incontro, agli scriventi sia sfuggito il motivo dell’invito e dell’incontro.
Nessuno di noi aveva l’obbiettivo di rivisitare la storia o di assolvere alcuno. I processi si fanno in Tribunale e queste persone (gli ex brigatisti rossi) sono stati condannati e hanno pagato i crimini da loro commessi.
L’obbiettivo dell’incontro è stato invece raccontare un’ esperienza di giustizia Riparativa, un’esperienza di grande umanità in cui delle persone completamente differenti tra loro (una, figlia della vittima, e gli altri, autori del rapimento e dell’omicidio) si sono reincontrati come persone e si sono accolti nella loro diversità.
Abbiamo provato a raccontare un percorso di grande umanità, lasciando ai Tribunale il compito di giudicare e condannare e provando noi a raccontare invece storie di uomini e donne che, consapevoli della loro fragilità, elaborano lutti e guardano i volti, non dimenticando mai che l’errore si condanna, ma la persona che ha sbagliato rimane sempre una persona che certamente ha il dovere di pagare l’errore fatto, ma che ha anche il diritto di poter avere la dignità di cambiare.