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Al Santuario di San Francesco de Geronimo di Grottaglie 3 serate per ricordare Eustachio Montemurro a cento anni dalla sua morte

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Eustachio Montemurro

Veniva alla luce del cielo, 100 anni fa, Eustachio Montemurro (padre fondatore delle Suore missionarie del Sacro Costato), per questo anniversario il 27, 28 e 29 aprile pv  tre giornate a lui dedicate  organizzate da sr Valbona Marku (docente presso il Liceo G. Moscati e l’Istituto don Milani Pertini di Grottaglie), la quale  sarà anche in veste di  relatrice giovedì 27 aprile alle ore 16:30 per raccontare la “Storia e vita  di Eustachio Montemurro”, con lei  Francesca Caramia.  Venerdì 28 aprile, ore 16:45  avrà luogo l’Adorazione Eucaristica: dal Cuore di Cristo al Cuore del Mondo, infine  Sabato 29 aprile, ore 16:30 “La storia e l’evolversi  delle  Suore Missionariedel Sacro Costato: una testimonianza missionaria” relatrice suor Elda Fallone m.s.c.

Ma chi era Eustachio Montemurro?: nasce a Gravina in Puglia il 1° gennaio 1857 dal notaio Giuseppe Montemurro, di Matera, e da Giulia Barbarossa. Dopo gli studi classici a Matera, consegue presso l’Università di Napoli il diploma speciale in matematica e scienze naturali (23 luglio 1879) e la laurea in medicina e chirurgia (23 agosto 1881). Esercita a Gravina la professione di medico con grande senso di responsabilità e carità cristiana, dando prova di speciale competenza, amore verso gl’infermi, crescente abnegazione, impegno diuturno disinteressato, capacità di dialogo e spirito di collaborazione.
Inoltre, sempre con grande professionalità e umanità, si preoccupa delle indigenze familiari, fornendo spesso personalmente, oltre alle medicine, generi di prima necessità e somme di denaro. Impegnato in politica, come consigliere comunale, prende a cuore la «questione sociale del Meridione», sostenendo con coraggio gli interessi dei figli dei contadini e mostrando particolare attenzione alle richieste dei giovani. Svolge anche l’attività di docente, di dirigente scolastico e di presidente di organizzazioni caritative e assistenziali. Nel 1892, mentre è in piena attività, il dott. Montemurro, assistendo i suoi pazienti, contrae il tifo.
Divenute gravi le sue condizioni, egli fa voto alla Vergine Addolorata che, guarito, risponderà alla chiamata divina al sacerdozio, che da molto tempo si profilava. Nel 1902 la sua vita ha una svolta decisiva: a 45 anni chiede al suo vescovo Cristoforo Maiello di poter accedere allo stato sacerdotale. La sua domanda viene accolta e, fatta la preparazione teologica, il 24 settembre 1904 è ordinato sacerdote. Il giorno 26 ottobre riceve la nomina di vice parroco delle chiese di S. Nicola e di S. Cecilia, dedicandosi particolarmente alla formazione dei fanciulli, dei giovani e all’assistenza ai moribondi, spesso alquanto trascurata.
Per dedicarsi più liberamente all’apostolato, sotto l’obbedienza di un superiore immediato, don Eustachio, in un primo momento, pensa di abbracciare lo stato religioso. Mosso da impulso interiore e col consiglio del suo direttore spirituale, p. Antonio M. Losito, fonda la Congregazione dei Piccoli Fratelli del SS.mo Sacramento (21 novembre 1907) per il culto eucaristico e la formazione di buoni parroci e delle Figlie del Sacro Costato (1° maggio 1908) per la riparazione delle offese che si recano al Cuore di Gesù e per l’educazione cristiana e civile delle fanciulle del popolo. Per circa tre anni don Eustachio attende alla fondazione e allo sviluppo delle due Congregazioni. Qualche ecclesiastico di Gravina, però, ritenendo “eccesso di zelo” l’operato di lui, previene il Vescovo di Gravina, Nicola Zimarino. Questi, che pure apprezza Montemurro per la sua cultura, la pietà e l’integrità di vita, non ritiene realizzabili le Opere da lui avviate e, pertanto, provoca da parte della S. Sede il Decreto 21 febbraio 1911 per la soppressione degli Istituti e, il 23 giugno 1911 lo applica nella sua diocesi.
Don Eustachio, che ha sempre manifestato ferma decisione specie nel campo della giustizia, nella difesa dei poveri, nella tenacia dei propositi, dinanzi ad accuse infondate, si sottomette alla volontà di Dio e seguendo in tutto l’esempio di Gesù Cristo obbedisce in maniera incondizionata al suo vescovo e a tutti i superiori ecclesiastici, che lo privano della direzione delle Opere da lui fondate. Circostanze particolari portarono all’affidamento dei due Istituti a sant’Annibale Maria Di Francia, amico di Montemurro e suo difensore presso il vescovo e presso la Congregazione dei Religiosi. Pio X, con suo telegramma precedente l’8 dicembre 1911, consente il proseguimento dell’opera femminile.
Nella speranza di poter ripristinare l’opera maschile nel 1913 don Eustachio e don Saverio chiedono a Pio X di potersi trasferire a Valle di Pompei e svolgere ivi il proprio ministero, vivendo vita comune. Il 28 giugno 1913 il Papa prega il vescovo di Gravina di permettere che don Eustachio e don Saverio si trasferiscano in diocesi di Nola, da cui all’epoca dipendeva il Santuario della Beata Vergine del Rosario.
Don Eustachio si trasferisce a Pompei nel gennaio 1914, accolto con affetto dal delegato pontificio S. E. Augusto Silj e dall’amico beato Bartolo Longo. A Pompei il medico sacerdote svolge indefesso apostolato: insegnamento del catechismo a fanciulli e adulti, direzione spirituale dei figli e delle figlie dei carcerati, lunghe ore nel confessionale della Basilica, anche nelle ore più fredde e torride, visite alle famiglie sparse per i casolari, cura pastorale e fisica degli ammalati e moribondi, specie durante la famosa epidemia della febbre “spagnola”, che fece tante vittime in quegli anni. Segue con paterna sollecitudine le sorti delle Figlie del Sacro Costato le quali, dal 1918, corrono il pericolo di una scissione. Il Fondatore si adopera per scongiurarla, ma ogni speranza sua e di altri risulta vana. Chiude i suoi giorni all’alba del 2 gennaio 1923, lasciando ai suoi Figli e Figlie spirituali il messaggio di «far conoscere agli uomini l’amore che Dio porta loro, affinché tutti lo amino e nessuno l’offenda».

A Grottaglie  le Suore missionarie del Sacro Costato hanno la loro casa tutta per loro nel lontano 1973, in zona Campitelli, grazie alla volontà madre Teresa Quaranta grande amica di don Eustachio Montemurro, ecco cosa scriveva lo scrittore Francesco Occhibianco in “Grottagliesi XX Secolo” edizioni “Zoom Grottaglie”
«Teresa (Maria Addolorata questo il nome di battesimo) Quaranta nasce a Grottaglie il 10 marzo 1884da Michele e Maddalena Carrieri. La sua casa natale è in via De Laurentis, nel centro storico. Fin dalla fanciullezza, è presa da grande venerazione per il Santo Gesuita grottagliese Francesco De Geronimo.
Padre Gennaro Maria Bracale S.J. conosciuto nel 1902, e padre Alfonso Liguori la sostengono nella fede. Fondamentale fu l’incontro con don Eustachio Montemurro, futuro fondatore dell’Ordine delle Missionarie del SacroCostato. Il 25 agosto 1909 Maria Addolorata, assunse il nome di Teresa. È la prima ad indossare l’abito nella prima cerimonia di vestizione delle Figlie del Sacro Costato, il 29 aprile 1910 a Minervino Murge. Ella diviene la superiora della prima Comunità. In “Tornate a Cristo” (Anno IX, N.3, marzo 1954) viene data la notizia della costruzione della scuola materna in zona Campitelli. “
“Oggi col nome di suor Maria Teresa Quaranta, è qui tra noi…È tornata nella sua città natale, trasformata tutta, abbellita, progredita. È tornata…e vede il piccolo granello di senapa divenuto grande albero”.
 Il foglio notiziario del Santuario di Grottaglie ilTornate a Cristo” (Anno XI, n.11, novembre 1956) dedica la copertina a Madre Teresa, ritratta con il papa PioXII. Il 9 giugno del 1956 viene dato alle stampe un opuscolo, scritto da Madre Teresa in occasione del “Decretum Laudis ” accordato dalla Santa Sede. Il suo titolo è ” Un granello di senapa “. Nel 1956 l’Istituto delle Suore del Sacro Costato hanno sparse per l’Italia 64 Case. La sede generalizia è a Castel Gandolfo, quella provinciale è a Gravina di Puglia. Madre Teresa è ritratta con sua Santità. Divenuta Superiora Generale, si spense il 7 gennaio1968, alle ore 7,40.
Si conservano suoi scritti, testimonianze di singolare spiritualità. Alla morte sul ” Tornate aCristo ” (Anno XXIII, n.1, gennaio-febbraio 1968) il padre Vincenzo Campagna scrive un articolo sulla figura della “grande gloria di Grottaglie”. “La triste notizia”, scrive padre Campagna, ” ha profondamente addolorato non solo la sua città natale e quanti hanno conosciuto la nostra illustre concittadina, ma principalmente le suore del Sacro Costato, le quali nelle ultime ore di agonia, le sono state spiritualmente tutte vicine e moltissime anche di persona.
Personalmente devo confessare di aver avuto sempre una grande venerazione per questa suora, – scrive lo scrittore  Francesco Occhibianco – appunto per la sua fortezza d’animo e lo spirito soprannaturale, che traspirava dai suoi pensieri e dalle sue opere .”
La sera del trigesimo, il 7 febbraio 1968, fu celebrata una Santa messa di suffragio nel Santuario di San Francesco, da Sua Eccellenza mons. Motolese, Arcivescovo di Taranto e dal superiore dei gesuiti Padre Salvatore Manzo

 


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Redazione Oraquadra

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