Taranto: esattamente una settimana fa il Concerto per la Vita. Intervista al Presidente di A.N.Te.Co Maurizio Rossi
TARANTO – Forti suggestioni e profonde e contraddittorie emozioni hanno vissuto la sera dello scorso 24 aprile gli spettatori che hanno assistito in Concattedrale, grazie alla preziosa accoglienza di Don Ciro Alabrese, al Concerto per la Vita organizzato dalle associazioni A.N.Te.Co. e Genitori Tarantini, da un’idea del contralto Maria Grazia Ciracì, direzione del Coro Maestro Donato Sivo, progetto grafico di manifesto e bochure dell’artista Pino Lacava. Il ricavato è stato devoluto per la cura delle malattie oncologiche, respiratorie e altre patologie correlate all’inquinamento ambientale del capoluogo jonico.
A una settimana di distanza, non a caso il primo maggio, giorno della Festa del Lavoro, pubblichiamo l’intervista che abbiamo realizzato al Maestro Maurizio Rossi, presidente di A.N.Te.Co e stretto collaboratore della cantante Ciracì in occasione di questo progetto.

Maestro Rossi, come nasce l’idea e come vi siete coordinati per realizzarla?
Vorrei iniziare da come siano nati e come abbiamo dato il titolo a questo progetto: Concerto per la Vita. Sul manifesto c’era la frase di Johann Sebastian Bach: la musica aiuta a non sentire dentro il silenzio che c’è fuori.
L’artista Pino Lacava ci ha chiesto di dargli un’idea. Ho pensato a questa frase perché, pur non sapendo la circostanza in cui Bach ha detto questa frase, abbiamo pensato al fatto che la musica poteva riempire quel silenzio, quell’indifferenza, quell’omertà su un problema così grande come quello dell’inquinamento causato dell’acciaieria. Alcuni non vogliono trovare una correlazione tra morti premature e inquinamento.
Quindi la musica oltre che riempire e dare conforto in questa solitudine, in qualche modo denuncia il silenzio anche da parte delle istituzioni o anche di certa stampa o informazione. Su questo Pino ha sviluppato la sua immagine grafica.
Quando Maria Grazia Ciracì ci ha proposto questa iniziativa artistica, c’è stato subito un accoglimento spontaneo da parte di tutti gli associati all’iniziativa.

A Taranto quindi l’idea ha preso forma…
Avendo avuto il contatto con l’associazione Genitori Tarantini, che ringrazio per la preziosa e proficua collaborazione, abbiamo potuto sviluppare questa idea. Vorrei davvero sottolineare l’azione infaticabile di Maria Grazia Ciracì. Abbiamo lavorato alacremente per quasi 2 mesi ma senza la presenza di Maria Grazia sul territorio non avremmo potuto raggiungere questo risultato. È stata veramente determinante.
Inizialmente doveva esserci solo l’intervento dell’attrice Mariaelena Leone e poi del coro, però avendo scelto il Requiem di Fauré nella versione di soli pianoforte e coro per esigenze tecniche, alcuni professori d’orchestra che non avrebbero potuto esibirsi con il Requiem hanno voluto dare il loro contributo: hanno pensato di eseguire alcuni brani per quintetto di ottoni. È aumentata l’energia, è stato un bellissimo contributo, abbiamo riascoltato alcuni brani: hanno suonato veramente bene, sono dei grandi professionisti, alcuni docenti di conservatorio, ci hanno offerto davvero una cosa molto importante.

In che modo è stato composto l’organico per l’esecuzione del programma?
In un secondo momento, messa a fuoco la struttura dell’iniziativa, c’è stata la ricerca degli artisti del coro per comporre l’organico. Il Petruzzelli ha fornito il soprano e il baritono, Maria Meerovich e Graziano De Pace, oltre ad alcune artiste del Coro. Ci siamo rivolti a tutti i teatri: dal San Carlo e dal Bellini di Catania erano presenti cinque artisti del Coro. È anche venuto un baritono dall’Arena di Verona.
Hanno partecipato 4 artiste oltre ad un artista provenienti dal San Carlo di Napoli e 3 dall’Opera di Roma. Infine dal Coro dell’opera festival di Bitonto e dal coro lirico di Lecce. Il Maestro Donato Sivo ha mirabilmente diretto il Requiem e la pianista Lucia Conca. I 5 professori d’Orchestra: Luca Cognigni e Martino Pezzolla alla tromba, Andrea Albori al corno, Massimo Gianangeli al trombone, Pierluigi Greco alla tuba. A tutti va la mia gratitudine.
Alcuni teatri erano impegnati il 24 aprile, per cui non hanno potuto far partecipare elementi del loro organico. Complessivamente, abbiamo riunito un coro di trenta elementi.

Oltre alla raccolta dei fondi, il “dono per Taranto” così come lo ha definito con delicatezza e poesia Maria Grazia Ciracì, quale altro obiettivo è stato raggiunto, a livello umano?
In Concattedrale la poesia, la musica e il canto hanno creato dei punti di comunicazione vera. Questi elementi sono dei messaggeri che aprono delle porte che a volte rimangono chiuse, tali arti hanno la capacità di entrare nell’intimità emotiva delle persone per cui, grazie a queste capacità che la musica e la poesia e il canto hanno, così come è avvenuto con il monologo straordinario e toccante di Mariaelena Leone, noi siamo entrati in contatto non solo con il problema dell’ex Ilva, ma anche con gli esseri umani che abitano questi territori. Per noi questa esperienza è stata importantissima perché ci siamo incontrati, abbiamo incontrati altri esseri umani, altri luoghi e altri modi di pensare, di affrontare la vita. Torniamo nelle nostre città con un ricordo molto importante e speriamo che possa essere anche l’inizio di un viaggio per una conoscenza più approfondita.
A.N.Te.Co è nata per proteggere, non solo per tutelare i lavoratori delle fondazioni lirico-sinfoniche, teatri orchestre, ma anche per tutelare la capacità di espressione della musica che è stata un po’ svilita non solo in questi ultimi tre anni, perché i nostri luoghi di lavoro si sono trasformati: non erano più luoghi di eccellenza culturale ma erano un po’ tristi, facevamo concerti in streaming senza pubblico…. È stato molto triste.
Anche prima della pandemia era evidente questo fenomeno: sono decenni che si tenta di smantellare il sistema di produzione dello spettacolo dal vivo con un a serie di leggi che sono partite dal 1996 fino ad oggi.

A.N.Te.Co nel suo statuto ha voluto sottolineare l’importanza di conservare la possibilità dell’espressione artistica, di dare modo ai musicisti e ai cantanti che hanno studiato la possibilità di esprimere la loro arte pienamente, nello stesso tempo siamo consapevoli di molte problematiche quindi ci vogliamo rivolgere a quelle situazioni più difficili, meno ascoltate, un po’ dimenticate. Crediamo che si possano fare altre iniziative in questo territorio, al momento non son programmate, ma noi ci rivolgiamo a tutte quelle situazioni poco ascoltate e poco visibili perché pensiamo che a oltre che fare musica bene in modo professionale, bisogna fare un passo in avanti e cercare di unire la bellezza dell’arte e della musica con le questioni sociali che riguardano la vita di tutti i giorni delle persone e i loro destini.
Ringraziamo il Maestro Maurizio Rossi così gentile e disponibile a rilasciare questa intervista, e tutti coloro i quali hanno permesso la felice riuscita di una iniziativa più che lodevole, con la speranza che la musica, le parole e l’arte di quella sera abbiano davvero toccato le corde degli animi e degli spiriti, lasciando una traccia di accresciuta consapevolezza. Il futuro non è ancora scritto: con la cultura e la voglia di unire le forze, Taranto può cambiare il suo destino.
