IL BUONGIORNO DI PINA COLITTAPRIMO PIANOWellness

Il Buongiorno di Pina Colitta. Io sarò nube…

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In alcune lingue ed in particolare in quella italiana si siano andate a creare alcuni modi di dire con le nuvole. La nube può essere anche vista come una formazione che porta in sé una sfumatura d’inconsistenza e di instabilità. Con questa accezione esistono dei modi dire con le nuvole, il cui significato non sempre è positivo, anzi è per lo più negativo.

“Avere la testa tra le nuvole”, significa essere distratto.

“Vivere tra le nuvole”, “Essere nelle nuvole”, “Vivere nelle nuvole” vuole dire che la persona al quale si rivolge l’espressione è come se vivesse al di fuori della realtà. Più precisamente significa che una persona è sognatrice oppure che è distratta, svagata e sventata. Inoltre può anche voler dire che la persona a cui ci si rivolge non si rende conto della realtà circostante, sembra non capirla, quasi come se non se ne accorgesse nemmeno, come se realmente non vivesse sulla Terra ma, appunto, sulle nuvole.

“Cadere o Cascare dalle nuvole” significa che si rimane molto sorpresi, ci si mostra o ci si finge del tutto ignari e meravigliati di fronte a qualcosa o qualcuno proprio come se fossimo appena caduti sulla terra.

“Andare su per le nuvole “ vuol dire disquisire su argomenti astratti o futili.

“Costruire sulle nuvole” o “Fabbricare sulle nuvole” significa fare progetti irrealizzabili, privi di base o di fondatezza. Quando ci si riferisce ad una teoria oppure ad un ragionamento che parte da premesse assurde.

“Senza nuvole” significa, riferendoci al cielo, che è perfettamente sereno.

In senso figurato, essere senza problemi, turbamenti o dispiaceri oppure si può rapportare a situazioni che si sviluppano senza intoppi. Inoltre si possono intendere anche momenti di per sé felici ma che per loro natura possono essere turbati da elementi esterni, soprattutto nella sfera delle situazioni familiari o sentimentali.

Ora, riguardo alle nubi, si può notare che per il loro significato, nel corso della storia dell’umanità ed in ogni disciplina, sia orientale che occidentale, ogni autore, artista, poeta, ha offerto la sua visione, un suo punto di vista, la sua verità sulla presenza delle nubi in cielo, fenomeno tanto comune quanto sorprendente. E’ facile comprendere che, in ogni caso, le nuvole sfuggono alle classificazioni, si dileguano, mettono in discussione le definizioni, vanno contro ogni regola, superano i confini sia geografici che disciplinari..

Le nuvole separano, ma al tempo stesso sono unione tra la terra, finita ed il cielo, infinito. Sono elementi celesti e terrestri, metaforici e reali, simbolici e materiali, sono cose ma anche segni. Contengono gli opposti, gli ambivalenti; hanno e non hanno forma. In ognuno di noi, le nuvole stimolano relax, mettendo in moto la fantasia; è proprio nella loro osservazione e nella loro contemplazione che si può lasciare libera l’immaginazione. Si, l’immaginazione che può spingere a riconoscere le figure e le forme più varie e diverse senza però, ovviamente, mai perdere di vista la consapevolezza che è consigliabile stare con i piedi e la testa nella realtà che ci circonda e non “fra le nuvole”!

In un mondo che, come diceva Shakespeare, è un palcoscenico di cui siamo mere comparse, in cui spesso ci accontentiamo di recitare copioni non decisi da noi; in una società in cui i bisogni sono imposti dal marketing e le aspettative riflesso di quelle degli altri, in cui anche l’amore è sempre più una chimera, le nuvole sono una fuga da tutte le strutture e sovrastrutture sociali e ci permettono di assaporare silenziosamente quella verità che appena la nomini non c’è più.

“Se vuoi vedere le valli, sali in vetta ad una montagna; se vuoi vedere la vetta di una montagna, sali su una nuvola; se invece aspiri a comprendere la nuvola, chiudi gli occhi e pensa”
Kahlil Gibran


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