Il Buongiorno di Pina Colitta. A parlar di amore (Parte prima)
A dir d’amore è facile, a viver d’amor lo è meno. Vivere l’amore, in ogni sua declinazione, comporta riflessioni che spaziano in ambiti diversi di relazione.
Infatti, nel sostantivo amore, confluiscono molteplici accezioni e ciò è dovuto al fatto che l’amore presenta numerose sfaccettature e può essere analizzato e percepito da diverse angolazioni. Sull’etimologia di questa parola tanto si è scritto ma la spiegazione, da parte dei linguisti maggiormente accettata, è quella di far derivare la parola amore dal sanscrito Kama, ovvero desiderio, passione, attrazione. Anche per il verbo amare esiste una radice indoeuropea “ka” da cui (k)amare, cioè desiderare in maniera viscerale, in modo totale ed integrale. Altre ipotesi è quella che possa derivare dalla radice latina am, onomatopeica, legata al cibo e al mangiare o da quella etrusca ami madre, infatti la parola aminth in etrusco indica l’amore. E giusto per comprendere perché la parola amore sia legata all’amicizia, la radice latina, da cui sembra derivi anche la parola amicius, amicizia, a sua volta dovrebbe derivare dalla parola ittita hamenk, che significa legare, unire, congiungere. E’ davvero meraviglioso come una parol,a grazi alla sua radice, possa essere denominatore comune di diverse espressioni di un’azione emotiva, come in questo caso lo è l’amore.
Ma non finisce qui…
Un’altra teoria, invece, indica l’origine della parola amore nella cultura egizia, ipotizzando che possa essere formata da a, prima lettera dell’alfabeto, il cui valore numerico è “uno” e che rappresenta l’Uno Divino e da mer, che è la radice, sempre nell’antico Egitto, di diversi tipi di attrazione, affinità, desiderio, amore cioè di tutto quello che portava due individui ad unirsi. Una curiosità a riguardo: gli antichi egizi chiamavano le piramidi mer, prima che i greci le nominassero piramidi, intendendo il fuoco magnetico che unisce cielo e terra. E allora l’amore, quindi, secondo tale tesi, non è altro che l’Uno divino che tutto collega a sé, in qualsiasi direzione. Esiste poi un’altra teoria, che a me ha sempre convinto, ma condivisa invece da una minoranza di linguisti, quella per cui amore derivi da a-mors, dall’alpha privativo greco e dal latino mors, morte, per evidenziare il significato di attaccamento forte e viscerale alla vita.
E allora, l’epilogo di questa riflessione è che amore non si intende solamente il legame tra due persone, di amore si parla anche al di fuori del rapporto a due e fino all’amore dei genitori per i figli e viceversa, all’amore verso il proprio paese, all’amore verso il bene, il cosmo, la divinità.
“L’amore può essere inteso come atteggiamento mentale o un’attività fisica, ma è indiscutibile che costituisca una emozione e, quindi, un processo fisiologico del corpo umano”.
Alexander Lowen