Il Buongiorno di Pina Colitta. La coscienza cosa sarà?
“Si passa presto sopra al disagio che dà la coscienza quando abbiamo agito male. La coscienza è vigliacca, e raramente è abbastanza giusta, per riconoscere quelle mancanze che non ebbe la forza di impedire.”
Oliver Goldsmith
Tutta questa premessa nella riflessione di ieri per dire semplicemente che la religione, poi la filosofia e solo infine la scienza per prime a tentare di rispondere a questa fatidica domanda:
Ogni spiegazione a riguardo ruota intorno alla figura dell’uomo, che dalla sua nascita fino al tardo Medioevo, nel cristianesimo soprattutto, viene considerato, in quanto generato da Dio, a sua immagine e somiglianza. A tal proposito persino Dante descrive il cervello come un cristallo che riceve la luce dall’alto; se il cristallo è fatto bene, la luce potrebbe rinfrangersi in tutti i suoi colori, altrimenti ne tralascerebbe qualcuno. Platone invece dirà di un corpo prigione dell’anima, il suo cavallo di battaglia, proprio nel periodo più buio della storia dell’uomo, il Medio Evo. Cartesio invece riporta in vita la versione dualistica tra res cogitans e res extensa, ovvero tra realtà fisica e intellettiva, capaci di congiungersi solo nell’epifisi. Ma solo nell’Ottocento, con Hegel, la coscienza diviene qualcosa di generato dall’uomo in rapporto con l’altro, una spiegazione più verosimilmente vicina ad una concezione moderna seppure, nel contempo Kant insinua, con il suo “io penso”, che la coscienza è solo del soggetto in quanto pensante. Insomma, come avete avuto la pazienza di leggere tante teorie di estrazione filosofica su questa benedetta “coscienza” che verranno superate dalla scienza quando, abbattendo le verità assolute, vede proprio nella coscienza qualcosa di modificabile.
Ma sia la teoria di Darwin sull’evoluzione, sia la teoria dell’inconscio di Freud, sia la teoria della relatività di Einstein, per quanto possano essere state eclatanti e superlative, non sono totalmente chiare e specifiche. Mi sembra essere un valido motivo per credere che, ancora oggi, non esiste una valida teoria scientifica se, rispettabilissimi studiosi si muoviamo tra il teorizzare una coscienza che si attiva per effetto di una stimolazione in un determinato locus del cervello sul quale essa risiede, e quella, invece, che viene generata dall’interazione delle particelle subatomiche e, quindi, presente nell’universo già a partire dal Big Bang. Alla luce di quanto ho tentato di dire, sulla coscienza non posso che avere una certezza, con una domanda retorica: scientificamente esiste una valida teoria sulla coscienza?
E concludo infatti, in linea con la teoria di Vittorino Andreoli… “La coscienza è la consapevolezza di esserci, qui ed ora”