IL BUONGIORNO DI PINA COLITTAPRIMO PIANOWellness

Il Buongiorno di Pina Colitta. Dirò di coscienza come un’ombra

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E si continua a parlare di “coscienza” , ma da una prospettiva diversa…

Proviamo a pensare alla coscienza, come ad una sorta di ombra; lei, la coscienza non va da se… Per avere ragione di esistere, metaforicamente, ha bisogno di una presenza e del sole, due elementi fondamentale se parliamo di ombra…

Perché avrei fatto riferimento all’ombra?
L’ombra cosa è, se non un’immagine, come quella riflessa allo specchio?
La coscienza, non potrebbe essere mai morale perché non agisce, semplicemente perché è indice della consapevolezza umana, permettendo all’uomo di attivare tutto ciò che potrebbe consentirgli un cambiamento, in nome di un modo diverso di essere nel bene o nel male. Se riflettiamo un attimino è’ proprio questo il ruolo evolutivo della coscienza.

In tal modo la coscienza diviene una garanzia per una sopravvivenza che porterebbe l’uomo a superare la sua parte ferina ed istintuale, nell’impresa di esplorare uno stile di vita in rapporto con la società e le relazioni affettive, per scoprire magari l’amore.

La coscienza, è in continuo dinamismo per adattarsi al mondo e alle relazioni sociali, ma è la dimostrazione della consapevolezza umana, che è proprio dell’uomo che è consapevole di come il suo comportamento sia il risultato di molteplici fattori, emergenti nella sua esistenza privata e sociale.

Il comportamento umano ha diverse caratteristiche da quelle biologiche a quelle genetiche, epigenetiche, insieme alla personalità e all’ambiente.

E allora qual è in definitiva la funzione della coscienza?

Quella di dotare l’uomo di un individuale punto di vista, un mezzo importante per cambiare la visione delle cose nella sua esistenza, al di fuori della massa, e per un certo verso, anche al di fuori della scienza,  andando oltre le variabili considerate scientificamente,
oltre i limiti della memoria che ricorre all’aiuto dell’informatica e della tecnologia per acquisire e registrare in tempo reale un immenso numero di dati, con lo scopo di poterli analizzare in simultanea.

Ed è qui il senso di coscienza… Avere coscienza della stessa vita rispetto alla realtà “fluida” nel nostro libero arbitrio, pensando che sia solo il risultato della nostra volontà.
“La coscienza di vivere in un tempo preso a prestito che ci suggerisce di usarne ogni boccone in maniera saggia. Insomma, la vita è piena delle cose – non una di più, né una di meno – che la morte è riuscita a piantarci dentro”. Più che temerla, quindi, dovremmo imparare a viverla”.

Bauman


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