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I “Pasticci” di Paisiello

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Taranto – L’edizione 2023 del Giovanni Paisiello Festival si focalizza sul concetto del ‘pasticcio’ che per molto tempo è stato mal giudicato sulla base di un pregiudizio idealista secondo il quale un’opera

La finta amante

composta da vari autori, o con musiche già precedentemente scritte da uno o più compositori, doveva essere per forza ‘inferiore’ a una ‘originale’ uscita dalla penna di un solo creatore. La logica di riciclare brani preesistenti e di farli funzionare in nuovi contesti drammatici ed espressivi è invece il frutto più radioso di quel pensiero modulare e vivace che sta alla base del teatro d’opera del Sei e Settecento. Paisiello accusò il collega monopolitano Giacomo Insanguine di essere il «maestro delle pezze», ma lui per primo era disposto alle più spregiudicate operazioni di reimpiego della propria musica, così come farà anni più tardi Gioachino Rossini.GIOVANNI PAISIELLO FESTIVAL calendario 2023

La cambiale di matrimonio

 

L’idea del ‘palinsesto’ (dal greco ‘raschiare di nuovo’, termine usato fin dal medioevo quando appunto si raschiava la scrittura da una pergamena per poterla riutilizzare come supporto ad un nuovo testo) riguarda da vicino molte scelte di Paisiello come quella, clamorosa, di rimettere in musica o riorchestrare rispettivamente i due capolavori di Giovan Battista Pergolesi, la Serva padrona e lo Stabat Mater, responsabili della mitizzazione del compositore di Jesi morto a soli 26 anni. Già proposto in edizioni passate del festival, l’intermezzo della Serva padrona viene ora offerto come il primo allestimento organizzato con il Conservatorio di Taranto, a dimostrazione della virtuosa collaborazione tra le due istituzioni.

La serva padrona

Alla base delle opere cosiddette ‘impasticciate’ stava il gusto per la varietà e per la bellezza di un ventaglio variegato di pezzi musicali, i più belli e di maggior successo. Il pasticcio nasceva da uno spirito squisitamente ludico che si è voluto omaggiare con il Concerto a Posillipo, un recital per voce orchestra e mandolino allusivo al mondo partenopeo che per l’Europa incarnò quella voglia di divertimento e di eterogeneità di stimoli spettacolari e sonori. Si eseguirà per la prima volta un duetto inedito di Paisiello che nel 1799 a Venezia venne inserito come pezzo strappa applausi nei Finti eredi di Giuseppe Sarti (l’opera ebbe la permière a San Pietroburgo nel 1785 l’anno dopo la partenza di Paisiello).

Valeria La Grotta

Anche nell’ambito strumentale vigeva il gusto per la citazione tra stili e autori; in particolare era apprezzata la capacità di mescidare le tradizioni delle tre nazioni egemoni in campo musicale: l’Italia, la Francia e la Germania. Il concerto di Martin Gester e Aline Zylberajch, due dei massimi clavicembalisti a livello internazionale, in un certo senso onora quella versatilità stilistica declinandola sulla doppia tastiera.

 

Martin Gester

Il Settecento non si perita di mescolare anche il sacro e il profano; nel concerto per organo e voce di Martin Gester e Valeria La Grotta, nella splendida cornice della Chiesa Madre di Grottaglie che ospita uno degli organi più antichi d’Italia, si avrà modo di intercettare il canto delle sirene e quello degli angeli, in una vicinanza tra il mondo dell’altare e quello del palcoscenico.

Questa edizione del festival, tutta dedicata alla gioia del far musica al di là delle barriere di generi e di stili, sarà aperta dall’ormai consueto happening della Notte Paisielliana tra le vie della città vecchia, il nostro modo per saldare due volti della città di Taranto all’interno dei luoghi che Paisiello visse da ragazzino. Presentazioni di libri e un importante convegno internazionale dedicato all’approfondimento dell’estetica del pasticcio, con relatori e relatrici provenienti da importanti istituzioni italiane ed estere, manterranno salda la mission che contraddistingue il Giovanni Paisiello Festival: unire il mondo della ricerca musicologica a quello della musica praticata secondo criteri storicamente informati.

 

 

Lorenzo Mattei 
Direttore artistico del Giovanni Paisiello festival

 


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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