Il Buongiorno di Pina Colitta. Me stesso a tempo “indeterminato”
Quante volte, nel giorno consacrato al riposo, si riflette sul tempo che fugge e di quanto noi non riusciamo a ritagliarci quel tempo per vivere il nostro di tempo, il nostro mondo fatto di bisogni, di desideri, di necessità personali?
Tante volte, e sempre senza mai comprendere appieno che quel tempo è per noi stessi, per essere un individuo.
Questo, ahimé succede spesso alle donne. Si, proprio alle donne che, nei loro rapporti interpersonali, si dimenticano di sé stesse. Infatti in noi donne subentra la convinzione certa che vivere di sacrifici o vivere per qualcosa che l’altra persona si aspetta da noi, sia la strada giusta da percorrere, anche a costo di fare del male a noi stesse. Insomma, come se fosse l’unico modo per stare bene con se stesse, con il partner, con i figli, con gli amici o con i familiari.
Il sacrificio non ci sarà sicuramente solo per le donne, ma per ogni genere di persona!
Eppure per noi donne questo accade spessissimo!
E allora, il disagio lo percepiamo quando arriva la sera e ci sentiamo senza energia, insoddisfatte e con la sensazione di non aver fatto niente di importante durante il giorno.
Questo “niente di importante” non significa che sia stato per davvero così, ma ha il significato più profondo che quel “niente” è l’effetto di un “dare per scontato” il nostro operato da parte di coloro per i quali ci siamo state, perchè non ha prodotto gratitudine e riconoscenza.
E’ evidente che ciò comporta non solo il non essere soddisfatte di se stesse, ma il non avvertire quel briciolo di serenità che ci da la carica per continuare …
Questo non essere in “serenità” con noi stesse, con molta probabilità porterà al non riuscire nemmeno a creare relazioni sane e durature. E allora ciò va compreso in modo chiaro e salvifico e cioè che le persone, uomini o donne che siano, mai dovrebbero dimenticarsi di se stesse. Tale dimenticanza infatti potrebbe spesso sfociare in veri e propri problemi, non solo psicologici ma anche fisici. Pensare solamente alle necessità altrui e dimenticare le proprie può provocare ansia, frustrazione o vere e proprie somatizzazioni. E allora non è forse una falsa convinzione che, anche quando le nostre settimane si riempiono di impegni di qualunque tipo, senza avere tempo da dedicarsi, anche qualche minuto per il “dolce far niente”, sia doverosamente giusto? E non è una altrettanto stupida convinzione giustificare ciò con il fatto che incombe una necessità altrui che ha la precedenza?
“Curati dei tuoi pensieri; diventeranno parole. Curati delle tue parole; diventeranno azioni. Curati delle tue azioni; diventeranno abitudini. Curati delle tue abitudini; diventeranno il carattere. Curati del tuo carattere; diventerà il tuo destino.”
Ralph Waldo Emerson