Ferrandina: la Lucania in silenzio
Una terra di silenzi, di lupi, di poeti e di briganti:“La Basilicata” o ancor poco meno conosciuta come “Lucania”. Uno zoom in particolare nella provincia di Matera in un comune con poco più di seimila abitanti, il mio splendido paese “Ferrandina“, l’antico insediamento di Uggiano: un bastione fortificato, di cui oggi rimangono solo le rovine, che i Bizantini costruirono per difendersi dai Longobardi e successivamente dai Musulmani Rajca e Safar.

TERRITORIO
Ferrandina sorge a 500 metri s.l.m affacciata sulla Val Basento e sull’omonimo fiume, confina con i comuni di Pisticci, Craco, Pomarico, San Mauro, Salandra, Miglionico e Grottole. La caratteristica principale del territorio che identifica meglio il luogo è la presenza dell’ulivo: la pregiatissima Oliva Majatica detta da noi locali “Oliva Gentile” o nel dialetto

“Mašciatëchë“. Territorio pieno di boschi e contrade le quali poi portano sulle “Vianove” per poi proseguire verso la Montagna Materana; contrada molto considerata da noi ferrandinesi è quella del Pilaccio dei Fonnoni (Pëlaccë dë lë Fënnunë) ribattezzato “Parco Baden Powell” dal Gruppo Scout Ferrandina 1 in onore del fondatore del movimento dello scoutismo di cui anche io ho fatto parte; è inoltre luogo di rifocillamento per il nostro Arkè:”La Transumanza“, punto delle cosiddette “Scampagnate” nei periodi Pasquali e per ammirare le bellezze del nostro territorio.

LA VITA ED I NOSTRI CONCITTADINI
La nostra routine è scandita da un ritmo tranquillo e pacato e se vogliamo dire anche “giornaliero” ma sono quelle piccole azioni quotidiane che rendono unici i nostri borghi. La grande ricchezza per la nostra non molto grande comunità sono ovviamente i nostri grandissimi anziani: persone dalla bontà unica e da una saggezza ricca d’esperienza e di sudore perché come mi hanno detto più di una volta:”Nëšciunë të rialë nullë”, ossia che nessuno ci regala niente.
Il bello di vivere a Ferrandina è soprattutto quando la domenica in molte famiglie si mangia ancora la pasta di casa e l’odore del ragù che inebria l’aria di una fresca giornata.

CULTURA E TRADIZIONI:
La festa più importante è quella dedicata al nostro amatissimo Santo Patrono:”San Rocco” che secondo tutte le storie dei nostri paesi è venuto dalla Francia per salvarci dell’epidemia della Peste, molto attiva è la nostra comunità nella processione e soprattutto nella devozione. Altra ricorrenza molto sentita è quella della Settimana Santa dove i numerosi ceri ed i volti dei protagonisti percorrono le strade del paese in una processione accompagnata dalla voce dell’ultra novantenne

Domenica Lisanti detta “Mëngòccë La Vušciulicchië” che intona gli inni in vernacolo alla Maddalena, a Gesù ed all‘Addolorata. Oltre a ciò la nostra Domenica canta anche per il nostro Sant’Antonio Abate, il cosiddetto “Sand’Anduònë ndó lë vignë” dove il santo viene portato in processione per tutto il centro abitato per poi essere nella sua chiesetta campestre sotto Ferrandina.
DIALETTO E FOLKLORE
Per quanto riguarda il vernacolo locale, il Ferrandinese fa parte del gruppo dei Dialetti Lucani Centrali, tuttavia c’è una forte differenza tra il dialetto parlato dai giovani e quello parlato dagli anziani che richiama a quella civiltà di contadini e pastori. Un primo tentativo di scrivere un dizionario completo fu fatto nel 2006 dal professor Berardino D’Angella (pisticcese) coadiuvato da un ferrandinese e da due esperti tedeschi. Tra i cultori del nostro dialetto ricordo il tanto amato Domenico Bellocchio (1932-1988)

che scrisse numerose commedie su modello plautino come ad esempio,la sua più famosa, “Zèllë sòupa Zèllë” ossia “Litigi su litigi”; un altro amatissimo e ricordatissimo personaggio è il fondatore del nostro Gruppo Folk Uggiano-Ferrandinese Daniele Gallo (1941-2023) anche lui poeta ma soprattutto cantautore e divulgatore delle nostre tradizioni anche all’estero. Tra gli strumenti più usati sia nel mio paese che in Basilicata è senza dubbio “L’Organetto” detto localmente “Iëranéttë” che un tempo riusciva a rallegrare un paese intero stremato dalla fatica e dalla povertà, oggi ne sono rimasti solo due ossia i gemelli Francesco e Vincenzo Pedano, mie grandi amici e miei coetanei.

Questo dunque è il mio paese il cui nome fu scelto da Federico d’Aragona in onore di suo padre re Ferrante; indica per me un luogo di pura “pace” e di “tranquillità” unita dall’affetto di coloro i quali mi conoscono e che mi vogliono bene. Il luogo che io chiamo ogni volta “Casa” e che non cambierei per nulla al mondo, non solo perché vi ci ho trascorso la mia infanzia, ma anche perché è il luogo dove le preoccupazioni scompaiono. Con questo io spero di poter offrire un contributo e renderla tangibile nella nostra bella Italia.




Donato Luongo
3A Classico Liceo Moscati Grottaglie