Il Buongiorno di Pina Colitta. L’arte di essere per esserci…
Qualche tempo fa scrissi una riflessione su una mia convinzione, quella che essere se stessi diventa un “vuoto a perdere”. Esiste, secondo me, una valida riflessione per aver pensato questo ed infatti è sempre un “vuoto a perdere” quando si cerca di dissolversi nelle convenzioni esterne senza connettersi con la propria essenza.
Non ci vuole un filosofo o un esperto psicologo per comprendere quanto sia complicato poi vivere nella frustrante sofferenza di chi non è connesso con se stesso. Il dato mortificante è che i giovani soprattutto si sentono sempre più sotto pressione sopraffatti da taluni personaggi e certe narrazione a cui si adattano, per forza, come un calza scarpe.
Eppure, a lungo andare, la vita per queste persone adattate ad essere “personaggi” diventa così angusta al punto che potrebbero viverla come “portatori sani” di tanti problemi per se stessi, con disturbi alimentari, autolesionismo e chi più ne ha più ne metta. Insomma, livellare il vero io è una sfida in questo mondo digitale in cui la felicità on-line e la bellezza, attraverso i filtri, contano più di qualsiasi cosa.
Bisognerebbe attuare un cambiamento e avviare una rivoluzione in cui iniziare a essere se stessi, in un mondo dominato dal digitale, vuol dire esplorare la propria natura, ma anche accettare la propria natura. Essere se stessi vuol dire rivolgere lo sguardo dentro di sé!
Bella sfida questa! Ed infatti non è proprio quello che si riesce a fare. Si è così abituati a guardare, ammirare e persino imitare gli altri che il rischio di divenire degli automi sociali è molto alto. Eppure, basta poco per posare gli occhi su ciò che è vicino a noi stessi, tra l’altro a vantaggio di chi è miope che ha bisogno di una lente per guardare altrove e lontano da sè. E allora sono solo dei miopi tutti quei maschietti che si beano, sognando un tempo che fu o che non c’è mai stato, di fronte alle foto postate in bikini di donne o meglio “femmine” avvenenti, in cerca di consensi? E’ indubbio che per una numerosa schiera di frequentatori dei social queste cosiddette esperienze di visibilità portano a sensazioni che fanno stare bene.
Ecco perché oltre ad essere miopi, si è sordi a quella voce interiore che senz’altro avrebbe molto da dirci.
Ascoltare la propria voce interiore intanto potrebbe essere una guida per accettare ogni singola sfumatura del nostro essere, come rivelatrice di quella verità dalla quale il nostro essere autentico, il nostro essere se stessi, potrebbe significare correre dei rischi, come quello di non accettarsi.
Eppure nel nostro essere autentici, invece, potremmo avere la forza di mettere da parte paura, vergogna o insicurezze, cioè quei deterrenti, buoni per non rimanere paralizzati nelle proprie frustrazioni anche per un’intera vita. E’ fuor di dubbio che fa più male un’intera vita, mettendo a tacere, piuttosto che rivelare, in un dato momento quello che proviamo e quello di cui abbiamo bisogno. Per questo servono coraggio e grandi dosi di amor proprio, ma sicuramente ne varrà la pena per la conquista di un pizzico di felicità.
“Ascolta la tua voce, la tua anima. Troppe persone ascoltano il rumore del mondo invece che sé stesse.”
Leon Brown