Vertenza HIAB di Statte oggi in scena ennesimo scempio da parte dell’azienda

Roma – Oggi, 23 ottobre, dopo nove giorni di occupazione del sito Hiab di Statte, purtroppo si è svolto un ennesimo scempio. L’azienda ha presentato sempre degli interlocutori che non possono prendere posizione. Noi dipendenti ci sentiamo presi in giro, stiamo cercando di difendere il nostro posto di lavoro. Stiamo facendo tutto il possibile, ma aspettavamo da tanto tempo questo documento da parte aziendale, per vedere il futuro del nostro sito. Siamo stati presi per l’ennesima volta in giro, è stata un’interlocuzione molto scadente.
Hanno dovuto prendere ancora tempo, poiché crediamo non sappiano quello che sarà il futuro del nostro stabilimento. Crediamo sia impossibile che questa multinazionale ancora non sappia come come andare avanti, questo non non va bene, abbiamo i lavoratori stremati. Sono nove giorni per i quali non prenderemo stipendio, è anche uno sforzo fisico, anche per le proprie famiglie.

Non è facile fare delle nottate all’interno dell’azienda, stare ore ore all’interno del nostro capannone. Vogliamo far capire che noi ci teniamo al nostro posto di lavoro. Ringraziamo però il ministero, in quanto comunque ha preso una posizione forte, dicendo che comunque non andranno via così facilmente, per questo il giorno 30 ci sarà un primo incontro tra il ministero e la multinazionale e successivamente, il giorno 5 novembre, saremo di nuovo tutti i protagonisti di questa “farsa”.
Dico farsa poiché Hiab ha acquisito Effer, Effer è leader nel mercato delle gru, queste multinazionali prendono i marchi italiani e li portano all’estero, in questo caso in Spagna. Noi non lo permetteremo, andremo avanti e ce la metteremo tutta e difenderemo il nostro marchio, perché il nostro marchio deve rimanere in Italia.
Per noi quel marchio significa tanto.
Quel marchio è stato una parte significativa della nostra vita.
Un passato fatto di grandi sacrifici e di tante soddisfazioni.
Mi fa male anche parlarne come se non fosse neanche più il nostro presente.
Invece deve esserlo e vorremmo tanto che fosse anche il nostro futuro.
Quel futuro che abbiamo conquistato e che non ci faremo portare via così facilmente.