APERTAMENTE di Lilli D’Amicis – Caro Babbo Natale e per chi ha ancora fede Caro Gesù Bambino
Ed eccoci: il Natale è qui!
Come ogni anno, ci apprestiamo a festeggiare il Natale con speranza, e cominciamo a salutare l’anno in corso ormai agli scampoli e quindi a guardare con ottimismo all’anno che verrà, o meglio ci proviamo. Ma, come dice un antico saggio: “Chi lascia la strada vecchia per la nuova, sa cosa lascia ma non sa quel che trova!” Ogni anno siamo speranzosi di vivere un anno migliore e ce lo auguriamo tutti, ma affrontiamo il futuro sempre con un po’ di ansia e preoccupazione. Non possiamo far finta di nulla: i tempi non sono per niente buoni, e dobbiamo armarci di santa pazienza e fare in modo che gli eventi negativi non ci travolgano. Lo dobbiamo fare per noi e per i nostri giovani, le nuove generazioni proiettate nel futuro, un futuro che dovranno gestire con coraggio e determinazione.
In questi giorni di pre-festa, ai miei tempi si scriveva la famosa letterina, oggi ci si limita a un WhatsApp, a un post o a un SMS. Insomma, tutto è cambiato velocemente, e se vogliamo tutto viaggia verso una disumanità travolgente dove l’anaffettività la fa da padrone. L’infelicità ci travolge e ci rende sempre più cinici e apatici. Un altro capitolo della storia del Natale ai giorni nostri riguarda gli auguri: siamo sommersi da auguri e immagini prese da internet, con l’intelligenza artificiale che fornisce frasi e immagini fatte prese dalla rete i cui autori sono spesso grandi scrittori e pensatori. Tutto questo ha stravolto il senso del Natale, che ha perso il suo incanto e la sua magia. Un processo iniziato già nel secolo scorso con il boom del consumismo, dove i festeggiamenti sono diventati propedeutici al consumo, perché l’economia deve girare, e ogni anno si anticipa sempre di più la pubblicità natalizia. Insomma, non è più il Natale di una volta, dove gli animi erano in festa per la ricorrenza della nascita di Gesù, venuto al mondo per mondarci del peccato originale. Con gli anni, la grotta/stalla dove è nato il Bambinello è diventata l’Albero di Natale, Babbo Natale ha preso il posto del caro Gesù Bambino, e nelle case si sfoggiano alberi vestiti a festa e luminosi anziché presepi e Bambinelli. Il Natale è diventato sempre più laico e consumista.
Dopo questa lunga premessa, mi appresto a scrivere una letterina per nome e per conto dei miei concittadini: i grottagliesi, che stanno subendo una pericolosa mutazione, precipitando sempre più in uno stato di apatia, ignavia e pericolosa resilienza. Ecco cosa mi permetto di scrivere per loro conto ed anche per mio interesse. Una lettera in cui molto probabilmente si riconosceranno anche i non grottagliesi e cittadini di altre città della nostra bella Nazione l’Italia.
Caro Gesù Bambino (per chi ha fede) e caro Babbo Natale, Siamo una cittadina in pieno decremento demografico: dai 34 mila abitanti che eravamo, in dieci anni siamo scesi a meno di 30 mila. La nostra cittadina è sotto attacco di barbari che la stanno stravolgendo in nome di un progresso che fatichiamo ad accettare. Abbiamo una città invivibile dove è in corso una strage di alberi, e dire che il Sindaco attuale ha vinto le elezioni grazie alle battaglie ambientaliste. Dopo oltre sette anni di governo, non lo riconosciamo più e, insieme alla sua “banda” di amministratori politici, sta compiendo atti di natura vandalica. Come la manomissione di un monumento di valore storico e architettonico, distrutto per salvare un distributore di carburanti che in quel posto non dovrebbe più stare.
Caro Gesù Bambino, vorrei che spendessi una parola con il tuo Padre divino/Creatore, chiedendo allo Spirito Santo di illuminare le menti di questi barbari che ci governano affinché tornino sui loro passi e rinsaviscano. Stessa cosa per il nostro Aeroporto: chiediamo allo Spirito Santo, tramite te, di svegliare le coscienze politiche di chi prende decisioni sul nostro aeroporto e metta davvero all’utenza dei cittadini i voli civili che desideriamo da decenni.
Ora passiamo alla Sanità e al nostro agonizzante Ospedale: chiediamo il risveglio delle coscienze, affinché questa struttura, una volta fiore all’occhiello della provincia di Taranto, torni a vivere i fasti di una volta. Il territorio ne ha estremo bisogno. Per favore, Padre, Figliolo e Spirito Santo, fate il miracolo di svegliare le coscienze affinché la politica operi seriamente e coscientemente per il bene comune.
Caro Gesù Bambino o Babbo Natale per i laici e i senza fede cristiana, io mi fermo qui. So di averti chiesto tanto, e sapessi quanto altro avrei da chiederti. Ma tu sai di cosa abbiamo bisogno: cerca di prodigarti per alleviarci da un’esistenza che non è tra le migliori. È vero, siamo nati per soffrire, ma forse meritiamo di stare un po’ meglio. A noi basta che ci aiuti a portare al governo uomini e donne oneste e di buona volontà, magari lasciando a casa chi lavora per il proprio tornaconto e per salire il famoso gradino sociale ottenuto con malefatte, però prima o poi destinato a finire nel nulla.
Ti ringrazio anticipatamente per ciò che potrai fare per noi.
BUO NATALE A TUTTI!!!