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I danni della “mala” gestione della sanità pubblica, sulla pelle della gente comune, dopo lo sperpero del denaro pubblico

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Ci scrive un lettore:

“Non so se questa mia denuncia sia degna di considerazione ma Credo fermamente nel vostro ruolo e contributo per la società. In una democrazia liberale, la vera arma è l’informazione libera e coraggiosa. Un giornalismo indipendente, che non si piega ai poteri forti e che porta alla luce le verità scomode, è l’unico antidoto contro la manipolazione, la corruzione e l’abuso di potere. Il popolo non ha i politici dalla sua parte ma solo voi.  Quindi vi prego parlatene sempre e con forza.  Grazie”

La Puglia la più bella Regione del Mondo non riesce a curarsi…

Odissea al Pronto Soccorso di Taranto: entrare è facile, uscire un’incognita (esperienza personale vissuta ieri dalla mia famiglia)

Immagina di stare male, così tanto da dover correre in ospedale. Arrivi al Pronto Soccorso del Santissima Annunziata di Taranto e pensi: “Ora mi aiuteranno.” Ma quello che trovi è un girone infernale di attese, disperazione e senso di abbandono.

Le storie che si rincorrono tra i corridoi sono tutte simili: persone sedute su una sedia per 24 ore, anziani costretti ad aspettare senza neanche un letto, pazienti in codice giallo lasciati in ambulanza per ore perché dentro è tutto bloccato e addirittura morti che attendono di essere prelevati. 

Ti guardi intorno e vedi volti stanchi, sguardi persi nel vuoto, infermieri rassegnati che non bastano mai.

Un sistema al collasso

Non è colpa del personale (pochissimi e spesso senza una dovuta esperienza), che fa il possibile tra mille difficoltà. Il problema è un sistema che non regge più. La sanità pubblica è in ginocchio e Taranto ne è un esempio lampante. Eppure, le tasse che paghiamo sono altissime. Dovrebbero garantire un servizio efficiente, cure rapide, dignità per tutti. Invece, ci ritroviamo in una situazione in cui entrare in ospedale significa non sapere quando e in che condizioni si uscirà.

La rabbia raccontata da un mio familiare:

“Mi sono sentita come un pacco postale dimenticata in un angolo,” e sapere che ci sono pazienti che attendono anche  due giorni per un posto letto mi ha aumentato il malessere. Ci trattano come numeri, non come persone. La rabbia è tanta, e chiunque abbia vissuto questa esperienza sa quanto sia frustrante dover lottare non solo contro la malattia, ma anche contro un sistema che sembra ignorare il tuo dolore.

Serve un cambiamento

Non possiamo accettare che la sanità pubblica diventi un lusso per pochi. Servono più medici, più infermieri, più risorse. Servono soluzioni, non giustificazioni. Perché quando hai bisogno di cure, non puoi aspettare 24, 48, 72 ore. La salute non può essere messa in coda.

E mentre i pazienti continuano ad aspettare su quelle sedie scomode, ci chiediamo: fino a quando dovremo sopportare tutto questo?

C’è solo una certezza che la sanità pubblica locale è sinonimo di “morte” e non garantisce nessuna dignità ai cittadini. 

Il nuovo ospedale, dove i politici fanno a gara per utilizzare come “backdrop” per le loro passerelle é al momento una vera incognita che lascia dietro di sé vittime. 

La formula dei governi che si sono succeduti è:

Meno soldi per la sanità pubblica = più sanità privata = più soldi per “altri interessi” = pensiero americano = se hai soldi vivi, se non hai soldi muori!


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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