Casanova oltre il mito: l’anima segreta del seduttore secondo Pierfranco Bruni
Recensione di Stefania Romito
Nel libro Casanova. Il seduttore nobile, Pierfranco Bruni compie un’operazione culturale di notevole spessore. Strappa Giacomo Casanova dalle secche della leggenda, dalle banalizzazioni della vulgata popolare per restituirlo alla complessità di pensatore, di viandante dello spirito, di figura esemplare dell’uomo moderno in tensione tra classicità e crisi dell’Illuminismo. Bruni, da fine filologo e narratore del tempo interiore, delinea un ritratto densamente stratificato in cui convivono l’eco delle lettere antiche, la dimensione filosofica e il lirismo di una prosa che si fa spesso poesia, soprattutto nella forma delle lettere immaginarie indirizzate a Henriette, figura femminile che attraversa il testo come un’ombra dell’assoluto.
Il Casanova che emerge da questo libro non è dunque il “furfante” dell’amplificata iconografia libertina, bensì un homo viator, un uomo attraversato dal dubbio, dalla malinconia del tempo e dalla nostalgia di una verità perduta. È, in un certo senso, un tradizionalista paradossale: avverso all’Illuminismo non per istinto reazionario, ma perché consapevole della difficoltà di cogliere la profondità del mistero umano. Casanova, per Bruni, è un intellettuale controcorrente, avverso alla rivoluzione non tanto in nome dell’ordine costituito, quanto della misura, dell’armonia, dell’eredità di un pensiero classico che ha saputo coniugare eros e logos, sacro e profano, carne e metafisica.
Il saggio si articola in una scrittura ibrida e volutamente fluida, dove il rigore della saggistica si innesta su un impianto narrativo quasi romanzesco. Questa scelta stilistica consente all’autore di attraversare il vissuto di Casanova non come una sequenza biografica, ma come esperienza esistenziale, filosofica e antropologica. Il seduttore nobile, infatti, appare come figura emblematica di una crisi della modernità, costantemente in bilico tra il desiderio di comprendere il mondo e l’impossibilità di possederne il senso ultimo. Le lettere a Henriette, sospese tra sogno e confessione, danno voce a un Io che si frantuma e si ricompone nel gioco della memoria e della perdita, facendo emergere una visione tragica e al tempo stesso lirica dell’esperienza amorosa.
L’erudizione di Bruni consente di inserire Casanova in un orizzonte culturale che spazia da Platone a Pascal, da Ovidio a Leopardi. La seduzione, in questa prospettiva, non è mai solo esercizio di potere erotico, ma forma di conoscenza, pratica di verità, anelito verso l’infinito. La sensualità casanoviana si connota dunque come esperienza teologica e metafisica. È il corpo che cerca l’anima, l’incontro che tenta di redimere la solitudine ontologica dell’uomo.
In questo contesto, l’antilluminismo di Casanova non è negazione della ragione, bensì critica della sua assolutizzazione. Egli intuisce, secondo Bruni, che la vita non può essere ridotta a razionalità calcolante, ma deve essere abitata nella sua irriducibile enigmaticità. Ecco allora che la narrazione casanoviana si fa gesto poetico e riflessione ontologica, in cui la scrittura stessa diventa spazio di resistenza contro l’appiattimento ideologico.
Il pregio maggiore del volume sta proprio nella capacità di Bruni di dare vita a un’opera che non è né pura biografia né semplice saggio, ma un attraversamento, un’esperienza estetica e conoscitiva. La lingua, densa e cesellata, accompagna il lettore in un viaggio intellettuale in cui Casanova, figura spesso ridotta a maschera, si rivela nella sua profondità umana. Inquieto, malinconico, profondamente radicato nella classicità ma costantemente proteso verso un altrove mai raggiunto.
Casanova. Il seduttore nobile è un libro che sfida le convenzioni del genere e invita a ripensare uno dei personaggi più fraintesi della modernità. Con eleganza e rigore, Bruni ci consegna un Casanova inedito che riflette sul tempo, sull’amore, sul mistero dell’esistenza. Un’opera di grande valore culturale e letterario capace di coniugare il pensiero alla bellezza della parola, la profondità alla leggerezza dello stile. Un testo che non solo interpreta Casanova, ma ci costringe a interrogarci sul nostro stesso rapporto con la storia, con l’eredità culturale, con il desiderio e con il sacro. Leggere questo libro significa guardare Casanova negli occhi e scoprire, al di là del fascino e della leggenda, il volto struggente di un uomo che ha amato la vita fino a consumarsi nel suo mistero.