Francesco Donatelli: Espulso dal PD per coerenza e rispetto del suo elettorato
Grottaglie (Ta) – La Commissione di Garanzia Provinciale del Partito Democratico di Taranto ha deliberato l’espulsione di Francesco Donatelli, storico consigliere comunale e figura di spicco della politica locale. La decisione, motivata da presunte violazioni dello Statuto, del Codice Etico e della Carta dei Valori del PD, ha suscitato non poche polemiche. 14.2.Deliberazione di cancellazione DONATELLI
Donatelli è stato accusato di aver collaborato con esponenti del centrodestra e di aver votato contro il Documento Unico di Programmazione (DUP) e il Bilancio di Previsione 2025/2027, in contrasto con le direttive del partito. Tuttavia, dietro queste accuse si cela una realtà più complessa: Donatelli ha scelto di rimanere fedele al mandato ricevuto dai suoi elettori, opponendosi coerentemente alla maggioranza del Sindaco D’Alò, contro cui si era schierato durante le ultime elezioni comunali.
Con oltre 40 anni di militanza politica nel Partito Comunista, nel PDS e infine nel PD, Donatelli ha sempre rappresentato un punto di riferimento per il suo elettorato. La sua coerenza politica e il rispetto per i valori che lo hanno guidato nel corso della sua carriera lo hanno portato a rifiutare compromessi con una maggioranza che, secondo lui, punta a una gestione “bulgara” del consiglio comunale, lasciando l’opposizione frammentata e debole.
A Grottaglie, inoltre, emerge un altro caso emblematico: il Presidente del Consiglio comunale, anch’egli originariamente del PD e successivamente passato ad Articolo Uno, continua a rimanere in una posizione di limbo politico. Con la dissoluzione di Articolo Uno, non ha ancora dichiarato ufficialmente la propria collocazione, contribuendo a un quadro politico locale sempre più incerto e polarizzato.
Tornando alla sanzione decisa dalla Commissione , va aggiunto che tale sanzione prevede la cancellazione immediata di Donatelli dall’Anagrafe degli Iscritti e dall’Albo degli Elettori del PD, con la possibilità di richiedere nuovamente la tessera solo dopo 24 mesi. Una decisione che, se da un lato mira a tutelare l’immagine del partito, dall’altro solleva interrogativi sulla libertà di espressione e sulla possibilità di dissentire all’interno di una forza politica.