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Cinque “Sì” per chi non ha voce – e per chi la voce ce l’ha, ma deve usarla

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L’8 e il 9 giugno non voteremo solo cinque referendum. Voteremo per decidere che Paese vogliamo essere
Un Paese che protegge o che esclude? Che difende il lavoro o lo sfrutta? Che garantisce diritti o li cancella?

Sono domande che riguardano tutti. Anche chi, oggi, non può rispondere.
Come i detenuti del carcere di Rebibbia, che hanno lanciato un appello struggente:  “Cinque sì anche per chi non potrà esprimerli”.

È una chiamata dal fondo delle nostre coscienze.
Lavoro, cittadinanza, dignità: questi non sono solo concetti, sono vite.
Vite marginalizzate, sfruttate, ignorate. Sono le mani che puliscono, che servono, che costruiscono.
Sono corpi che cadono nei cantieri, in silenzio, tra l’indifferenza di un sistema che ha smesso di tutelare i più deboli.

Il Governo ha smantellato diritti fondamentali:
ha minato la sicurezza nei luoghi di lavoro, legittimato precarietà e licenziamenti arbitrari, eretto barriere contro la cittadinanza per chi vive e lavora da anni in questo Paese.
Ha trasformato la fragilità in colpa, la povertà in condanna.

Ma ora tocca a noi.
Cinque referendum, cinque occasioni per dire basta.
Perché senza diritti non c’è giustizia. Senza cittadinanza non c’è comunità.
E senza sicurezza sul lavoro, il lavoro è solo sfruttamento.

Votare “Sì” significa dire che ogni essere umano conta. Che nessuno è invisibile.
Che anche dentro le mura di un carcere, anche dietro una tuta sporca di polvere o di sudore, vive la stessa sete di rispetto, di voce, di futuro.

Votare “Sì” è un atto di civiltà.
È dire che l’Italia non deve diventare un Paese per pochi, ma restare un Paese per tutti.
È scegliere un’altra strada: quella della giustizia sociale, della solidarietà, della Costituzione che ancora parla e chiede ascolto.

Io ci sono. Con chi lotta ogni giorno.
Con chi non si rassegna.
Con chi crede che i diritti non si difendano da soli: si difendono insieme, nelle urne e nelle piazze.

I cinque quesiti:

  1. “Contratto di lavoro a tutele crescenti – Disciplina dei licenziamenti illegittimi: Abrogazione”. Questo quesito riguarda il Jobs Act e propone l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti previsti dal contratto a tutele crescenti. Attualmente, nelle imprese con più di 15 dipendenti, un lavoratore licenziato illegittimamente non ha diritto al reintegro. L’abrogazione di questa parte permettere un reintegro dello stesso.
  2. “Piccole imprese – Licenziamenti e relativa indennità: Abrogazione parziale”. Questo quesito mira a rimuovere il limite all’indennità per i licenziamenti nelle piccole imprese. Oggi, in caso di licenziamento illegittimo, il risarcimento non può superare le sei mensilità. La sua abrogazione parziale permette di superare le sei mensilità di indennità.
  3. “Abrogazione parziale di norme in materia di apposizione di termine al contratto di lavoro subordinato, durata massima e condizioni per proroghe e rinnovi”. Il terzo quesito propone di reintrodurre l’obbligo di causale per i contratti di lavoro inferiori a 12 mesi per garantire una maggiore tutela ai lavoratori precari.
  4. “Esclusione della responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore per infortuni subiti dal lavoratore dipendente di impresa appaltatrice o subappaltatrice, come conseguenza dei rischi specifici propri dell’attività delle imprese appaltatrici o subappaltatrici: Abrogazione”. Il quarto quesito, legato alla sicurezza sul lavoro, intende ampliare la responsabilità dell’azienda che commissiona un appalto. Attualmente, questa responsabilità riguarda solo i rischi generici, mentre la proposta mira a includere anche i rischi specifici legati agli incidenti.
  5. “Cittadinanza italiana: Dimezzamento da 10 a 5 anni dei tempi di residenza legale in Italia dello straniero maggiorenne extracomunitario per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana”. Il quinto quesito, infine, riguarda la cittadinanza e propone di dimezzare da 10 a 5 anni il periodo di residenza legale in Italia necessario per presentare la richiesta di cittadinanza.
Walter Trani
Coordinatore “Grottaglie Rinasce”

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Redazione Oraquadra

La redazione.

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