L’AVVOCATO BARTOLO LONGO: IL PROSSIMO 19 OTTOBRE SARÀ PROCLAMATO SANTO FU UN ASSIDUO FREQUENTATORE DI GROTTAGLIE
di Francesco Occhibianco *
Finalmente santo! A 45 anni dalla beatificazione avvenuta il 26 ottobre del 1980, era questo l’annuncio che i fedeli aspettavano da tempo
Il prossimo 19 ottobre, nel mese dedicato alla Madonna del Rosario, l’avvocato Bartolo Longo, originario di Latiano(Br), sarà elevato agli onori dell’altare. (ndr: nella foto di copertina la casa di Bartolo Longo a Latiano (Br) https://www.brindisioggi.it/la-casa-bartolo-longo-resta-patrimonio-latiano/)
La data è stata ufficializzata oggi 13 giugno 2025, da parte del “Dicastero della Causa dei Santi”. Il fondatore del famoso Santuario di Pompei andrà ad aggiungersi ai tanti santi che ha conosciuto nel corso della sua vita terrena: Giuseppe Moscati, Giovanni Bosco, Leonardo Murialdo, Ludovico da Casoria, Caterina Volpicelli e il beato don Michele Rua.
Bartolo Longo sarà canonizzato insieme ad altri sei beati, Ignazio Maloyan, (1869-1915), Pietro To Rot (1912-1945), Vincenza Maria Poloni (1802-1855), Carmen Rendilez Martinez (1903-1977), Maria Troncatti (1883-1969), José Gregorio Hernandez Cisneros (1864-1919).
Esemplare testimone del Vangelo e della carità cristiana, il Longo fu un assiduo frequentatore di Grottaglie, ospite della sorellastra Maria Campi (1857-1926), originaria di Mesagne, moglie del direttore didattico, il grottagliese Ciro Peluso (1851-1926). Nel grazioso casolare del cognato, ubicato in “piazza delle Regioni” (accanto alla scuola paritaria delle suore missionarie del Sacro Costato), purtroppo demolito sul finire degli anni Novanta, il futuro santo soggiornò per alcune estati, circondato dall’affetto dei nipoti Ninetta, Teresa, Antonietta, Adele e Giuseppe Peluso. L’avvocato era amico del superiore dei gesuiti di Grottaglie, il padre Felice Tanzarella: con lui spesso si recava nel centro storico per pregare nella casa natale del grande taumaturgo della Compagnia di Gesù. Nel 1897 il “commendatore” regalò al padre Tanzarella un magnifico quadro della Madonna di Pompei, intronizzato in una cappella del santuario intitolato a san Francesco de Geronimo. Un quadro, forse ancora più bello di quello originale di Pompei, che ancora oggi si può ammirare nella chiesa di Grottaglie. “Zio Bartolino”, come veniva chiamato affettuosamente dai nipoti grottagliesi, sposò nel 1885 la contessa Marianna Fornararo (vedova De Fusco).
In via Madonna di Pompei, sempre nella città della ceramica, incoraggiò i residenti della zona a costruire la chiesetta dedicata alla Vergine del Rosario: la prima celebrazione liturgica fu celebrata il 2 ottobre del 1904. Nato a Latiano il 10 febbraio del 1841, negli anni giovanili l’autore dei “Quindici sabati del Santo Rosario”, quando studiava giurisprudenza a Napoli (dove si laureò nel 1864) fu attratto dallo spiritismo e sedotto dall’anticlericalismo. Dopo un “turbamento interiore”, l’illuminazione e la conversione, sotto la guida del domenicano Alberto Radente. Seguendo le orme di padre Ludovico da Casoria Bartolo cominciò a svolgere il suo apostolato, con la propagazione del rosario e la costruzione, a partire dal 1876, del Santuario mariano di Pompei, consacrato nel 1891 alla “Madonna del Rosario”.
Nel 1893 Longo donò al papa Leone XIII la proprietà dell’edificio sacro. Il miracolo “straordinario” riconosciuto dalla Chiesa (che ha dispensato dal miracolo “ordinario”, quello legato a una guarigione) è stato il suo impegno sociale per il riscatto delle fasce più deboli, gli orfani e i reietti, figli dei carcerati. Il suo aiuto caritatevole nella desolata e arretrata Valle di Pompei (divenuta, poi, la “Nuova Pompei”) fu rivolto a quei “monelli”, condannati a restare tali da Casare Lombroso e destinati dalla miseria a diventare dei delinquenti. Il campanile della basilica, come qualcuno ha scritto, fece da “compasso” per sviluppare la rete dei servizi (la ferrovia, l’ufficio postale, la stazione dei carabinieri, una tipografia e una legatoria) di un territorio fino ad allora abbandonato al suo destino.
Don Ivan Licinio, attuale parroco del Santuario di Pompei, così ha commentato sulle pagine social: «Non si può spiegare a parole una gioia che il cuore non riesce a contenere. Papa Francesco (il 18 febbraio 2025) ha riconosciuto lo speciale e articolato percorso di fede di un uomo poliedrico. Bisogna ringraziare quanti in questi anni hanno studiato, approfondito e scritto su Bartolo Longo, aiutando a portare avanti la sua causa di canonizzazione, sapientemente accompagnata dall’arcivescovo prelato e delegato pontificio monsignor Tommaso Caputo. Papa Pio XI gli conferì la croce del Santo Sepolcro.
Don Bartolo morì il 5 ottobre del 1926; servo infaticabile della Vergine del Rosario, fedele laico che fondò nel 1897 le suore domenicane “Figlie del Santo Rosario di Pompei”, starà certamente esultando dal Cielo, insieme alla moglie Marianna, sua “complice” nel bene». Il nuovo pontefice papa Leone XIV, il giorno della sua elezione (l’8 maggio scorso) ha ricordato la Madonna di Pompei («Nostra Madre Maria vuole sempre camminare con noi, stare vicino, aiutarci con la sua intercessione e il suo amore»). Ieri 13 giugno 2025, sempre sulle pagine di Facebook, don Ivan ha dato la notizia. «Rendiamo grazie a Dio e uniamoci in preghiera fin da questo momento sotto lo sguardo della più tenera delle madri, la Vergine del Santo Rosario». Sulle pagine del Dicastero della Causa dei Santi c’è scritto: «Al Santuario di Pompei da lui edificato si riversano continuamente moltissimi fedeli dall’Italia e dal mondo. La Supplica alla Madonna composta dal beato viene recitata l’8 maggio e la prima domenica di ottobre in tantissimi luoghi del mondo. Accanto al Santuario della fede, Longo ha edificato il “Santuario della carità”, creando un conglomerato di opere sociali che ancora oggi circondano la basilica mariana».
*docente di materie letterarie – scrittore e giornalista