APERTAMENTE di Lilli D’Amicis – Basta illusioni: Taranto non è un palcoscenico per vecchi copioni
Taranto ha già visto questo film: promesse tradite, alleanze imposte dall’alto e partiti usati come comparse. Ora serve coraggio, non regia da lontano. Il Pd non dovrebbe accettare un copione scritto da altri: basta repliche, è tempo di governare sul serio
A Taranto si respira l’odore pesante delle attese tradite. Cambiano i volti, ma resta intatta la tentazione di riproporre logiche stanche, formule imposte dall’alto e leadership allergiche al confronto. Eppure, questa città ha fame di futuro, non di repliche.
Dopo il voto, il Partito Democratico ha teso la mano al nuovo sindaco Bitetti, aprendo al dialogo e al confronto serio. È una disponibilità limpida, fondata sul senso di responsabilità verso la città. Ma fidarsi a occhi chiusi sarebbe un errore che Taranto non può più permettersi. La storia recente ce lo ricorda.
Durante il primo mandato Melucci, il Pd era parte integrante della maggioranza. Poi tutto è cambiato: promesse disattese, decisioni verticistiche, fughe in avanti. Il sindaco ha rotto il patto di lealtà politica e ha costretto il Pd a lasciare il campo. Un film già visto, che ha indebolito la giunta e ancor più il tessuto della città.

Oggi il rischio è che la sceneggiatura si ripeta. Con nuovi interpreti, certo, ma con gli stessi registi di sempre. Il Pd non può più fare da comparsa in una narrazione scritta da altri. Non vuole compensazioni, ma rispetto. Non chiede concessioni, ma riconoscimento politico per il contributo portato alla vittoria.
Ma perché ciò sia possibile, il Partito Democratico deve prima di tutto liberarsi da ogni tentazione di essere ancora una volta teleguidato da Bari. L’ombra lunga del presidente Emiliano e dei suoi equilibri regionali non può continuare a influenzare la vita politica tarantina. Se si vuole davvero costruire un governo locale solido, serve che le scelte vengano fatte a Taranto, per Taranto. Basta con le designazioni pilotate, con le figure che rispondono a logiche esterne invece che a esigenze interne.
E qui la discussione si fa concreta. Si parla del ruolo di vicesindaco a Mattia Giorno, il più suffragato ma anche consigliere del presidente Emiliano stipendiato dal Consiglio della Puglia. Un incarico che, se imposto senza una vera concertazione, rischia di riproporre esattamente quel modello di potere dall’alto che ha già fatto danni. Il Pd locale deve avere il coraggio di camminare con le proprie gambe e dire no a decisioni calate come diktat.
È finito il tempo dei trasformisti e dei governi d’immagine. Chi pensa di amministrare da uomo solo al comando, facendo e disfacendo alleanze come in un risiko personale, troverà un partito diverso. Radicato, consapevole, determinato a fare la propria parte solo se può incidere davvero.
E, soprattutto, è ora di dire basta alla politica baricentrista, quella che pensa che tutto debba passare da Bari o da Roma, cancellando le specificità dei territori con decisioni calate dall’alto. Lo abbiamo visto chiaramente nell’ultima campagna elettorale del centrodestra, costruita a tavolino lontano da Taranto, senza ascolto, senza anima, senza strategia. Il risultato? Una sconfitta netta, annunciata, figlia dell’arroganza e della distanza.

Taranto merita una stagione nuova. Non serve un’altra replica, servono scelte coraggiose, trasparenti, condivise. Chi pensa che basti un rimpasto di nomi per cambiare il copione, non ha capito nulla. Perché qui non si recita, si governa. E ora, finalmente, serve farlo sul serio.