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APERTAMENTE di Lilli D’Amicis – Bitetti e la città che aspetta: parole finite, ora servono fatti

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Una campagna elettorale intensa, piena di promesse, sorrisi, impegni solenni per alcuni addirittura definita brutta

Nonostante tutto c’è stata una Taranto che ha risposto con partecipazione, dando fiducia a chi parlava di “nuovo corso” e discontinuità. E adesso? Adesso tutto si è fermato davanti a un tavolo di trattative che sembra più un tavolo da poker: ognuno gioca la sua carta, ma nessuno scopre la verità.

Bitetti, il sindaco appena eletto, ha nelle mani una responsabilità enorme. Ma oggi sembra ostaggio di piccoli tatticismi e logiche di posizionamento che rischiano di congelare la città. Le liste civiche che lo hanno sostenuto vogliono contare, chiedono deleghe, visibilità. E lui, tra assessori tecnici e controllo sulle Partecipate, prova a tenere la barra dritta. Ma la Giunta ancora non c’è.

Nel frattempo, chi ha fatto opposizione — come la Lega — torna all’attacco e chiede chiarezza: dove sono il reddito comunale e il dissalatore promessi in campagna? Ci sono coperture? C’è un progetto? Oppure erano solo parole in cerca di consenso?

Taranto non ha più tempo da perdere. Le emergenze sociali, economiche e industriali non aspettano le liturgie della politica. C’è bisogno di una squadra vera, di persone capaci, visione condivisa, coraggio nelle decisioni. Non di compromessi svuotati di contenuto.

E allora sì, sindaco Bitetti: è il momento di decidere. Di andare oltre i calcoli, oltre le diplomazie infinite.

La città ha scelto. Ora aspetta risposte. E non da domani: da subito


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Redazione Oraquadra

La redazione.

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