Grottaglie, la città che cambia (ma a quale prezzo?)
C’era una volta Grottaglie, Città delle ceramiche, oggi Città d’Arte e dei viali alberati, dove Viale Matteotti era il salotto buono, e Via Marconi scorreva fluida tra le sue attività e i suoi abitanti
Oggi, sotto l’amministrazione del Sindaco Ciro D’Alò, molti cittadini si chiedono se la trasformazione urbana in atto stia davvero migliorando la qualità della vita o se, al contrario, stia compromettendo l’identità stessa della città.
Uno dei temi più discussi è l’abbattimento degli alberi, in particolare i pini di Viale Matteotti. L’amministrazione ha giustificato l’intervento con motivazioni legate alla sicurezza: radici invasive, rischio di crolli, danni a infrastrutture. Secondo il Comune, le perizie agronomiche avrebbero confermato l’instabilità degli alberi, e l’abbattimento è stato accompagnato da un piano di ripiantumazione che ha portato alla messa a dimora di oltre 420 nuovi alberi in varie zone della città. Tuttavia, per molti residenti, la perdita di questi pini rappresenta uno strappo emotivo e ambientale difficile da accettare. Il verde urbano non è solo estetica: è ombra, ossigeno, memoria collettiva.
Altro nodo critico: le piste ciclabili. In teoria, un segno di modernità e sostenibilità. In pratica, secondo alcuni cittadini, un’infrastruttura poco utilizzata e mal integrata nel tessuto urbano. Viale Matteotti, un tempo luogo di passeggio e socialità, oggi appare deturpato da una pista ciclabile che pochi percorrono, ma che ha cambiato radicalmente la fruizione dello spazio.
E poi c’è lo spartitraffico di Viale Matteotti, che secondo le critiche avrebbe peggiorato la viabilità anziché migliorarla. Le nuove rotatorie e deviazioni costringerebbero i veicoli a percorsi più lunghi e tortuosi, aumentando traffico e inquinamento. Alcuni residenti hanno sollevato interrogazioni urgenti e richiesto studi preliminari su flussi di traffico e impatti ambientali, lamentando la mancanza di trasparenza e partecipazione pubblica. Un paradosso per un progetto che avrebbe dovuto favorire la mobilità sostenibile.
L’amministrazione rivendica un piano di rigenerazione urbana ambizioso, finanziato anche con fondi del PNRR, con investimenti in infrastrutture, scuole, parchi e arredo urbano. Ma la domanda resta: questi cambiamenti rispondono davvero ai bisogni della comunità? O si tratta di un’idea di città calata dall’alto, che rischia di cancellare ciò che rendeva Grottaglie unica?
In democrazia, il dissenso è un valore. E quando il cambiamento divide, è fondamentale ascoltare tutte le voci. Perché una città non si misura solo dai chilometri di pista ciclabile o dai metri cubi di cemento, ma dalla felicità e dal benessere di chi la vive ogni giorno. Invece la percezione di chi vive a Grottaglie è quella di un disegno malefico che vuole castigare la maggior parte dei grottagliesi.
Ho chiesto alla IA di realizzarmi una copertina con Grottaglie impersonificata da una triste fanciulla, perché agli occhi di molti Grottaglie ormai è una cittadina triste non più ridente.