EX ILVA: PIOVE DIOSSINA MENTRE LA POLITICA FA LA MELINA TRA SALUTE E LAVORO
Sono dati allarmanti e pericolosi per la salute dei cittadini quelli che si evincono dal report che la stessa azienda, Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria, ha inviato al Ministero dell’Ambiente il 30 aprile 2025. Il report in questione è il rapporto annuale con i dati relativi alla marcia impianti dell’anno 2024 compreso quelli delle emissioni dello stabilimento ex Ilva.
Chiediamo al neo eletto sindaco di Taranto Bitetti il fermo immediato degli impianti perché palesemente pericolosi per la salute dei cittadini di Taranto. Al presidente della Regione Emiliano, che nelle ultime sue dichiarazioni non ha dimostrato di essere a favore della salute dei tarantini, chiediamo di far applicare immediatamente per Taranto il principio di “chi inquina paga” perché è la stessa regione Puglia che paga il costo sanitario della nostra provincia. Ad Urso non diciamo nulla, abbiamo già chiesto alla Procura di Taranto di indagarlo e lo ribadiremo portando domani, sempre a mezzo denuncia penale, i documenti con questi dati in Procura.
E proprio per i motivi che di seguito esponiamo, che ribadiamo un secco e motivato NO al rinnovo dell’AIA per lo stabilimento ex Ilva, proprio perché le precedenti AIA hanno causato questo disastro ambientale.
I dati più preoccupanti sono quelli riferiti alla diossina: nello specifico, il gestore della fabbrica per far fronte ad una prescrizione AIA deve dichiarare cosa contengono le deposizioni atmosferiche misurate nelle stazioni dislocate nello stabilimento, e più precisamente quantificare metalli e diossine.
Se prendiamo come riferimento il valore della diossina piovuta sulla Masseria Carmine della famiglia fornaro nel 2008 riusciamo a comprendere la pericolosità dei dati registrati dalla fabbrica nel corso dell’anno 2024: le pecore e le capre della masseria Carmine nel 2008 le hanno ammazzate e smaltite come rifiuto tossico con un valore pari 13,92 pg TEQ/m2die mentre nel campionamento avvenuto tra agosto e settembre 2024 nel reparto agglomerato dello stabilimento si misura un valore pari a 74.01, ben cinque volte più grande del dato che sterminò gli animali contaminati dalla diossina.
Non è andata meglio lungo tutto il corso dell’anno 2024 nelle centraline della cokeria e agglomerato dove si registrano valori ben oltre sino a più del doppio del dato del 2008.
Ed è proprio alla Asl di Taranto che ci rivolgiamo: perché questi valori oggi non destano preoccupazione mentre per valori ben al di sotto di quelli odierni nel 2008 pecore e capre sono state smaltite negli inceneritori?
Altrettanto preoccupanti sono i dati relativi alla stima delle emissioni di polveri diffuse e fuggitive, dati presenti sempre nello stesso report: per le cokerie disperse nell’anno 2024 9.78 tonnellate, ben 12.28 tonnellate di idrocarburi policiclici aromatici e 906,41 kg di benzene. Per l’agglomerato: dai camini delle due linee di agglomerazione, la D e La E sono state disperse nell’aria 7.38 tonnellate e 17.90 tonnellate dal raffreddatore delle due linee. Gli altoforni hanno disperso nell’aria 38 tonnellate di polveri e le acciaierie 16,8 tonnellate.
Al fine di confrontare e verificare i dati menzionati vi invitiamo a prenderne visione nella versione completa pubblicata sul sito del Mase. I principali documenti vengono allegati alla presente.
Luciano Manna
Veraleaks