Una dirigente scolastica sotto accusa: abusi di potere e gestione discutibile al plesso centrale “L. Da Vinci” di Martina Franca
Martina Franca (Ta) – L’Istituto “L. Da Vinci” è al centro di un crescente malcontento, che coinvolge in particolare la dirigente scolastica, lo testimoniano i muri che sono imbrattati di scritte poco carine nei confronti della Dirigente scolastica. Già nota per un atteggiamento autoritario e distante che aveva causato forti polemiche anche in una scuola di Grottaglie da cui è andata presto via, questa dirigente sembra replicare gli stessi comportamenti anche a Martina Franca, creando gravi difficoltà principalmente a studenti, loro famiglie e chi fa servizio in quella scuola. Tra le questioni più controverse, spicca la chiusura improvvisa del punto ristoro interno nel plesso centrale situato nell’estrema periferia della stessa Martina Franca. Il bar era gestito da oltre 30 anni con apprezzamento unanime. Nonostante la documentazione attestasse la regolarità dell’attività, la dirigente ha proceduto alla chiusura senza alcuna comunicazione scritta.
Contrariamente, altri plessi dell’Istituto mantengono distributori automatici di cui non autorizzati, nonostante una circolare provinciale ne sollecitasse la rimozione laddove ne mancasse l’autorizzazione. Questa disparità di trattamento solleva interrogativi sulla gestione delle stesse autorizzazioni, specialmente considerando la posizione isolata della scuola rispetto alla città.
Il gestore del bar, che gestiva anche le macchinette “punto ristoro” del plesso centrale, ritenendo di aver subito un grave abuso di potere, ha avviato un’azione legale. Questa decisione non solo ha privato un dipendente del suo lavoro, ma ha compromesso la reputazione del gestore, costruita in decenni di servizio impeccabile, apprezzato da tutti.
Un’altra questione delicata riguarda il trattamento degli studenti con disabilità. Alcune iscrizioni non sono state accettate senza fornire spiegazioni, e alcuni studenti disabili già frequentanti hanno abbandonato gli studi a causa di un supporto che mancava ogni giorno di più, creando non poche difficoltà. Questo comportamento ha ulteriormente esacerbato il malcontento, spingendo gli studenti a esprimere il loro disagio anche in modi inappropriati, come imbrattare i muri della scuola con scritte pesanti, critiche.

La situazione sembra sfuggire al controllo delle autorità scolastiche sia regionali che provinciali, infatti finora non hanno fornito interventi adeguati. La Provincia, responsabile delle autorizzazioni come la gestione del bar e dei punti ristoro, dovrebbe vigilare per garantire il rispetto degli accordi e ristabilire quindi un clima di fiducia.
In questo contesto, la gestione della dirigente appare incoerente e poco trasparente. Questo atteggiamento ha creato una spaccatura netta tra il suo stretto entourage (gli unici che possono interloquire con la stessa dirigente in quanto molto attenti a non contrariarla) e il resto della comunità scolastica, compromettendo sempre più il senso di appartenenza e la collaborazione.
Anche le attività extra-didattiche, come i viaggi d’istruzione, sono state eliminate. Le mete proposte, poco attrattive e con costi elevati, hanno portato a un azzeramento di esperienze formative fondamentali per gli studenti.
Questa situazione solleva interrogativi sulla selezione e la formazione delle figure dirigenziali scolastiche. La capacità di ascolto, l’empatia e la trasparenza sono requisiti imprescindibili per guidare una comunità complessa come quella scolastica.
Gli studenti, esasperati, chiedono risposte e interventi concreti. Sarebbe necessario che le autorità competenti agissero di conseguenza al fine di garantire una gestione giusta ed efficace, restituendo serenità a una scuola che un tempo era un modello di crescita e confronto.