Stiamo perdendo la nostra libertà, non quella fisica ma quella mentale dove il computer ci dirà che fare e non fare
Paolo Crepet, in tour con il suo spettacolo ‘Mordere il cielo’, ha sollevato preoccupazioni riguardo alla perdita di libertà causata dall‘Intelligenza Artificiale (IA). Il titolo del suo spettacolo e libro rappresenta un invito a non arrendersi e a guardare verso le stelle, un richiamo alla curiosità e alla scoperta.
Crepet ha espresso il suo timore per l’appiattimento delle idee e delle curiosità, sottolineando come l’IA potrebbe trasformarci in automi, privandoci dell’autonomia e rendendoci sempre meno liberi. Secondo lui, il pericolo non risiede tanto nelle guerre, ma nella crescente dipendenza dalle tecnologie artificiali per gestire ogni aspetto della nostra vita quotidiana.
In un’intervista a Il Resto del Carlino, Crepet ha citato l’esempio del modo di comunicare del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump, definendolo un grande influencer e simbolo di un trend preoccupante: la perdita del pensiero individuale. Il rischio, secondo Crepet, è che milioni di persone si divertano a riscrivere la storia, creando un mondo fac-simile.
Crepet ha anche attaccato i social network, definendoli una “cloaca” senza controllo, dove prevale il caos. Pur riconoscendo che i social possono essere strumenti utili per promuovere progetti, ha criticato il loro utilizzo nella stragrande maggioranza dei casi. Crepet ritiene che, in un contesto di generale smarrimento e fragilità, il pensiero critico sia l’unico strumento che gli esseri umani possiedono per invertire la tendenza.
Per Crepet, la ‘rivoluzione culturale’ necessaria deve partire dalla scuola, dove i ragazzi dovrebbero avere la possibilità di fare altro oltre che usare i telefonini. Solo attraverso un’educazione che promuova il pensiero critico e la curiosità, possiamo sperare di evitare il fallimento dell’umanità causato dall’eccessiva dipendenza dall’IA e dalle tecnologie artificiali.